Ospite di ‘Storie Italiane‘, programma Rai condotto da Eleonora Daniele, Vladimir Luxuria è tornata a raccontare quanto capitatole in gioventù, con bullismo quasi quotidiano da parte di altri ragazzi.
“Tutto è cominciato, banalmente, con le cinghie che legavano gli zaini“, ha ricordato l’ex parlamentare di Rifondazione Comunista. “Io che mi sono sempre sentita così come sono, portavo queste cinghie come le portavano le femminucce. Questa cosa così banale ha iniziato a scatenare, la violenza lo sfottò all’interno della scuola. La scuola per me era un tempio, gli insegnanti erano i sacerdoti della cultura. Per me che amavo la scuola, tutto questo clima di bullismo mi aveva portato al desiderio di lasciarla. Sentivo i piedi di piombo, quando andavo a scuola, nonostante le amassi. Non volevo andare in più in un luogo dove sentivo le risatine degli altri ragazzi. Lasciavo il quaderno sul banco e lo ritrovavo pieno di insulti“.
Sfottò omofobi continui, per Vladimir, costretta a sopportare derisioni pubbliche ogni mattina.
Quando durante l’appello veniva pronunciato il mio cognome, sentivo le risatine. Una scuola in cui una supplente, semplicemente perché mi muovevo in maniera diversa, una volta mi ha chiamato alla lavagna e mi ha detto: “Tira fuori la mano”, e davanti a tutti i compagni mi ha dato una bacchettata sulla mano dicendo che mi sarei dovuta comportarmi da maschietto. Non fu tanto il dolore della bacchettata, ma il dolore di pensare ‘non solo vengo bullizzata dai miei compagni ma anche da colei che dovrebbe proteggermi, in questo momento è dalla parte dei violenti’. Lo dico con un po’ di commozione ma anche con un sorriso, perché non diventerò mai quello che loro mi hanno fatto. La mia scelta più grande è stata quella di non avere mai il desiderio di restituire quell’odio che avevo sugli altri. Ho trasformato questo dolore che ho provato in sensibilità. Nessuno a 14 anni deve lasciare il desiderio di lasciare la scuola o nel peggiore dei casi la vita. Perché le parole uccidono, gli insulti uccidono. Quando ad un ragazzo dici ‘Mezza femmina’, per loro sono risate ma per il ragazzo che subisce quella violenza sono pietre e dolori che ti porti a casa. Soprattutto oggi, con i social, questi insulti continuano. Sono un tormento 24 ore su 24. Spero davvero che la tv pubblica, le istituzioni, la scuola insegnino ai ragazzi a contrastare ogni forma di bullismo.
Con il passare del tempo Vladimir ha fortunatamente superato tutto, tanto dall’aver trovato anche la serenità sentimentale.
Ho subito violenza fisica, so cosa significa essere picchiata. Sono cicatrici che stanno lì. Ogni tanto ritorna quel dolore, ma ho superato tutto questo. Sono convinta che il problema non è mio, ma di questi violenti. Sono loro che avrebbero bisogno di fare un’analisi di coscienza e capire quali sono le ragioni del loro odio. Fidanzata? Sono molto restia a questi aspetti sentimentali. Posso dirti che sto vivendo un periodo di grande serenità nella mia vita.
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