Verso la fine degli anni Sessanta, un anno prima delle rivolte di Stonewall, Wendy Carlos iniziò a far vibrare le corde musicali con un’ondata di novità che presto avrebbero cambiato la storia. Nata a Rhode Island il 14 Novembre del 1939, Carlos iniziò a suonare il pianoforte a sei anni, fino a laurearsi al centro di musica elettronica della Columbia University, guidata da Vladimir Ussachevsky e Otto Luening, punti di riferimento nella storia della musica. Trasferita a Manhattan, e collaborando con l’ingegnere musicale Robert Moog, nel 1963 Carlos entrò a contatto con il Moog, uno dei primi sintetizzatori musicali. Nel 1968 nacque Switched On Beach, suo album di debutto: il disco fu qualcosa di mai sentito prima. Carlos rivisita il terzo Concerto brandeburghese di Bach riproducendo ogni suono della melodia con i tasti del Moog, creando un’unione tra musica elettronica e classica, fino ad allora impensabile. Nello stesso anno il disco vinse tre Grammy, ed è considerato uno dei primi album a divulgare l’elettronica tra il pubblico mainstream, precursore dell’utilizzo dei synth nella musica contemporanea.
Carlos era transgender, ma nel ’69 tra le proteste delle terf e attacchi di violenza dai gruppi conservatori, la quotidianità per le persone trans non era proprio all’acqua di rose. Tanto che Carlos preferì evitare il coming out, con il timore di perdere possibilità lavorative. Quando nel 1971 incontrò Stanley Kubrick per comporre la colonna sonora di Arancia Meccanica, Carlos si presentò al regista con abiti da uomo e barba finta.Per il film, Carlos ripeté lo stesso processo di Switched on Bach, replicando la musica di Beethoven con il sintetizzatore analogico. I due erano perfezionisti e maniacali, tanto da non sopportarsi a vicenda il più delle volte, ma l’unione di menti diede vita ad alcune delle composizioni musicali più famose dell’immaginario cinematografico. Un anno prima di ricollaborare insieme a Kubrick per la colonna sonora di Shining, nel 1979 – in un’intervista per Playboy – Carlos fa coming out: “Vorrei che la parola ‘transessuale’ non fosse la più utilizzata. ‘Transgender’ fornisce una descrizione migliore, perché la sessualità in sé e per sé è solo uno dei fattori nello spettro dei sentimenti e dei bisogni che mi hanno spinta a compiere questo passo” spiega nell’intervista Carlos, facendo chiarezza già quarant’anni fa, su alcuni punti fondamentali nella liberazione trans, ancora oggi fin troppo confusi tra il grande pubblico: “È importante differenziare tra la preferenza sessuale, che può essere eterosessuale, bisessuale o omosessuale, e la transessualità, che riguarda invece l’identificazione in un genere”.
Carlos cominciò a firmare i suoi album con il nome Wendy, per altro, senza suscitare alcun clamore tra il pubblico dell’epoca, ma stabilendo un punto di non ritorno nella storia della musica e dell’autodeterminazione trans: “Adesso voglio fare i conti con tutti gli altri aspetti della vita che hanno a che vedere con la felicità di un individuo: vivere un’esistenza produttiva, dedicare tempo alle persone, provare passione e compassione, avere tempo per creare e dare forma a quello sfaccettato diamante che può essere la vita” dichiarò nella stessa intervista. Nel 2005, Switched-On Bach venne aggiunto alla Library of Congress come documento di rilevanza storica, e nel 2007 Carlos sparì dalle scene, ritirandosi nella sua vita privata. Il musicologo Louis Niebur la ritenne fondamentale per aver abituato il pubblico all’ascolto della musica elettronica, estrapolandola da specifici generi di riferimento (come l’horror e la fantascienza), e divulgandola ovunque “trasmettendo un senso di modernità e bellezza”. Wendy Carlos precedette i tempi, varcando i binari di ogni genere, musicale e indentitario, liberando sia sé stessa che la musica da gabbie asfissianti e precostruite. Un’artista e donna che non ha mai temuto di suscitare emozioni forti, perché per lei la musica come la transessualità sono polarizzanti, e parlano a chi è disposto ad andare oltre: “In entrambi i casi, non ci sono vie di mezzo”.
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Grazie Riccardo per avere ricordato agli italiani l'importanza di questa grandissima artista. Mi dispiace di non avere sue notizie da tempo, e che lei non abbia più un contratto discografico per la distribuzione dei suoi albums, tutti importantissimi, molti di essi godibilissimi.