Dopo sette giorni di inutili e ridicole polemiche, Wine to Love è finalmente andato in onda su Rai 1, e senza alcun tipo di censura omofoba come richiesto a gran voce da Mario Adinolfi.
Anzi, la pellicola diretta da Domenico Fortunato ha vinto la sfida Auditel con il 16.4% di share e quasi 4 milioni di telespettatori, stracciando persino una prima tv da Oscar come quella di Zootropolis, in onda su Canale 5 ma fermatosi ai 2.423.000 telespettatori.
E’ chiaro che le sparate di Adinolfi si siano tramutate in un clamoroso boomerang, facendo pubblicità gratuita ad un film che al suo interno conteneva un semplicissimo bacio gay. Una scena di pochi secondo, strumentalizzata a lungo dal leader del Popolo della Famiglia che aveva descritto chissà quale apocalittica effusione per il prime time Rai. Eppure Adinolfi, sui social, non ammette la cocente ‘sconfitta’, ma anzi rilancia.
“Alla fine il film è andato in onda ieri sera su Raiuno. In sala aveva avuto 157 spettatori e 1.100 euro di incasso, grazie alla prima serata della prima rete del servizio pubblico radiotelevisivo ha avuto 3.828.000 spettatori, caro Foa viva la Rai del cambiamento”, ha commentato Adinolfi su Facebook. “La scena omoerotica non è stata tagliata. Il Popolo della Famiglia ha denunciato invano? Non proprio. Abbiamo fatto discutere e ragionare molti. Ci siamo beccati i nostri violenti insulti per aver voluto pacatamente rappresentare la sensibilità di oltre cinque milioni di under 12 e dieci milioni di loro genitori. E, miracolo, abbiamo visto Famiglia Cristiana scrivere che si erano sbagliati. Che il “da non perdere” si riferiva al giudizio estetico sul film, ma su quello morale avevamo ragione noi del PdF perché i fatti “non vanno mai separati dai valori””.
Straordinaria la chiusa, che annuncia ulteriori future battaglie: “Pungoleremo la Rai ancora affinché cambi rotta”. Volendo leggerla diversamente, continueranno a fare pubblicità gratuita alla realtà televisiva LGBT italiana. Dovremmo quasi ringraziarli.
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