Generalmente quando i nostri media parlano dello Stato di Israele è per segnalare qualcosa riguardo ai conflitti militari e politici che lo coinvolgono, oppure per rievocare il ruolo di gerusalemme, considerata citta sacra dalle tre grandi religioni monoteiste. Molto più raramente se ne parla in termini di cultura ebraica contemporanea, e men che meno si discute del suo ruolo, importantissimo di baluardo della realtà lgbt in Medio Oriente. Basti pensare che la locale magistratura riconosce come matrimoni di fatto le convivenze gay, e che la citta di Tel-Aviv – godendo di particolare autonimia legislativa – riconosce dal 2003 le unioni civili, tramite la semplice esibizione di un certificato di residenza o di una dichiarazione notarile. E che dire della vivacissima scena omosessesuale nelle grandi città, che per certi aspetti non ha davvero nulla da invidiare a molte città europee? Probabilmente non è un caso che il fenomeno inizi a incuriosire gli altri paesi occidentali in un modo impensabile fino a pochi anni fa: basti pensare che il prossimo autunno verrà distribuito il primo video hard gay realizzato da Micheal Lucas in Israele e con performers rigorosamente isreaeliani.
Questo piccolo caso sta iniziando a fare discutere molto a proposito dell’identità degli israeliani contemporanei e sicuramente rappresenta un precedente notevole. Tuttavia, se proprio si volesse cercare un personaggio simbolo per i gay israeliani di oggi, lo si troverebbe nel giovane cantante Yehonathan Gatro, che sta iniziando a diventare un piccolo fenomeno cult, e non solo in Israele. Nato nel 1977 ha debuttato agli inizi del 2000 come cantante e attore, diventando in breve tempo il tipico teen-idol dal look un po’ pacchiano. Come tanti suoi colleghi (a tutte le latitudini) era gay in privato ed etero in pubblico, tant’è che tutte le sue canzoni d’amore si rivolgevano sempre alla classica ipotetica "ragazza". Poi, per fortuna, qualcosa è cambiato. Yehonathan è andato a studiare recitazione a Los Angeles e lì ha imparato a vivere apertamente la sua omosessualità, capendo quanto poteva essere importante il suo esempio per gli altri. Infatti, da quando è tornato in patria nel 2006, ha rivoluzionato la sua immagine e il suo repertorio, iniziando a parlare d’amore rivolgendosi a un "lui" e non più a una "lei".
Come se tutto ciò non bastasse ha deciso di recitare anche un ruolo gay nel serial Reviat Ran, trasmesso dal canale israeliano Yes Star Channel, dove non non sono mancate le scene decisamente piccanti. Inoltre Yehonathan si è messo con il suo collega Lyrik, apprezzato performer musicale e DJ della movida isrealiana, con il quale quest’anno ha mandato in visibilio la folla intervenuta al Gay Pride di Gerusalemme. Assieme a Lyrik ha anche girato i videoclip – decisamente caldi – delle canzoni con cui ha scalato le classifiche musicali israeliane, e non pago di tutto questo adesso ha deciso di fare il grande salto. Infatti dallo scorso anno ha deciso di proporre i suoi singoli anche in lingua inglese, e il pubblico anglofono sembra apprezzare molto, tant’è che la sua canzone Just Another Summer è arrivata al secondo posto nella classifica musicale di Logo, il canale gay di MTV Usa. Difficile dire cosa ci riserverà in futuro questo ragazzo dalla faccia pulita, che ha scelto di rappresentare l’evoluzione di una società estremamente tradizionalista, però è indubbio che la sua voce calda e ipnotica ha il potenziale per raggiungere traguardi sempre nuovi.
Poichè le grandi lobbies discografiche e radiofoniche italiane rimangono abbastanza allineate ad una serie di interessi che hanno poco a che fare con la musica in senso lato, e men che meno con la causa gay, molto difficilmente vedremo Yehonathan Gatro in tournèe dalle nostre parti, promosso in radio o magari ospite in qualche trasmissione televisiva, ma fortunatamente chi ha internet può compensare facilmente tutto questo. Avremo mai uno Yehonathan italiano? Allo stato attuale dei fatti è abbastanza improbabile, anche se ce ne sarebbe davvero bisogno.
Il sito di Yehonathan è https://yehonathan.com/site/
di Valeriano Elfodiluce
© Riproduzione Riservata