L’Italia ferma l’approvazione della rimborsabilità della pillola anticoncezionale. Il Consiglio di Amministrazione dell’AIFA, Agenzia Italiana del Farmaco, ha constatato che le Commissioni consultive dell’Agenzia non hanno ancora fornito indicazioni chiare riguardo alle fasce di età in cui la pillola anticoncezionale dovrebbe essere resa gratuitamente disponibile, alle modalità di distribuzione e ai costi che il Sistema Sanitario Nazionale dovrebbe sostenere in diverse situazioni di rimborsabilità. La rimborsabilità dovrebbe essere approvata per tutte le donne in età fertile, per chi versa in condizioni economiche disagiate e per le giovani donne fino a 19-26 anni, come avviene in alcuni Paesi europei e come avviene già in Lazio, Emilia-Romagna, Toscana, Piemonte, Puglia, Provincia Autonoma di Trento, che offrono già gratuitamente la pillola anticoncezionale.
Nell’Italia della destra di Governo che procede nella sua simbolica marcia su Roma, perseguitando le famiglie arcobaleno e occupando tutti i posti di potere, l’influenza della destra si propaga nei meccanismi di approvazione di AIFA. E così l’approvazione della gratuità della pillola anticoncezionale per le fasce protette viene per il momento fermata. Diranno che si tratta di una semplice correzione di procedura. Diranno che hanno bisogno di approfondire. Ma intanto il messaggio è chiaro: le decisioni politiche che supportano l’autodeterminazione delle donne finiscono sotto le grinfie di un’etica dettata dalle posizioni reazionarie della Ministra delle Pari Opportunità, della Famiglia e della Natalità, Eugenia Roccella. La quale non ha certo influenzato – ad ora – l’Agenzia del Farmaco. E ci mancherebbe. Ma il clima è quello che conosciamo. E nelle catene di comando del potere, nei flussi decisionali dei provvedimenti regolatori e legislativi del sistema-Paese, il vento della destra soffia forte e modifica la cultura liberale della nostra democrazia.
Il Consiglio di Amministrazione dell’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) viene nominato dal Governo italiano, sulla base delle disposizioni legislative e regolamentari in vigore. La nomina avviene di solito attraverso un processo decisionale che coinvolge il Ministero della Salute e altre autorità competenti.
Sul sito dell’AIFA si legge:
Il Consiglio di Amministrazione di AIFA ha preso atto che le Commissioni consultive dell’Agenzia non hanno ancora elaborato precise indicazioni sulle fasce di età a cui concedere gratuitamente la pillola anticoncezionale, sulle modalità di distribuzione e sui costi per il Sistema Sanitario Nazionale nei vari scenari di adozione della rimborsabilità. Per esempio, per tutte le donne in età fertile, per le donne che versano in condizioni economicamente disagiate o per le giovani fino a 19/26 anni come avviene in alcuni Paesi europei e nelle sei regioni italiane che offrono gratuitamente la pillola anticoncezionale. Il CdA ha rilevato, dunque, che non sussistono gli elementi essenziali per deliberare.
Come di consueto, il CdA afferma di essere pronto a svolgere il suo ruolo e ad esprimere compiutamente il suo parere non appena disporrà dell’adeguata istruttoria richiesta alle Commissioni consultive. Inoltre, con queste indicazioni, il Consiglio si impegna ad attivare un tavolo di concertazione con i Ministeri vigilanti e la Conferenza delle Regioni.
Dunque il Consiglio ha notato che non ci sono elementi sufficienti per prendere una decisione e ha richiesto ulteriori approfondimenti. Inoltre CdA di AIFA si impegna a istituire un tavolo di consultazione con i Ministeri responsabili e la Conferenza delle Regioni.
Già a fine Aprile il comitato prezzi dell’AIFa si era raccomandata sull’urgenza di procedere alla rimborsabilità di alcuni farmaci. Ma ora il Consiglio di Amministrazione dell’agenzia governativa, che è l’organo sul quale il potere esecutivo della maggioranza e quello legislativo del parlamento esercitano il proprio legittimo potere di nomina e influenza culturale, ha fermato la gratuità della pillola anticoncezionale, chiedendo “approfondimenti”.
Foto di Anthony Tran su Unsplash
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