Lawrence Kaala e Jimmy Sserwadda, entrambi ugandesi, si sono conosciuti in Svezia, si sono innamorati e si sono sposati, dato che le leggi svedesi lo consentono. Ma non appena la notizia si è sparsa in Uganda, i parenti di Sserwadda che vivono ancora nel paese africano hanno iniziato a sentirsi minacciare, prima fra tutti la madre.
Secondo quanto l’uomo ha raccontato al quotidiano svedese Local, l’anziana signora è stata violentemente insultata. “Sostanzialmente mi incolpano di essere gay e di avere portato vergogna all’Uganda e a mia madre – ha raccontato Sserwadda -. Qualcuno ha anche sostenuto che siamo stati pagati dai politici europei per infangare l’Uganda. Se fossimo stati interessati ai soldi, avremmo sposato altra gente. Nessuno di noi è ricco”.
Anche il figlio di Sserwadda è stato vittima di insulti. Tornando dall’università, un gruppo di ragazzi che aveva riconosciuto il padre dalla foto che lui teneva appesa nella sua stanza, lo ha fermato e preso in giro chiedendo se anche lui fosse gay come il padre”.
Il ragazzo è dovuto ricorrere alle cure di un psicologo perché si sente minacciato.
Nonostante questo, però, Sserwadda ha detto che risposerebbe Kaala “per tre ragioni: perché amo mio marito, perché devo salvarlo e perché questo è quello che sono”.
Il riferimento è al rischio di essere espulso che corre Kaala la cui domanda di asilo politico è già stata rifiutata una volta. Se dovesse essere costretto a tornare in Uganda, questa volta, rischierebbe la vita.
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