L’11 maggio 2016 veniva approvata una delle leggi più discusse e attese degli ultimi anni: quella sulle unioni civili. Quegli anni di tradimenti e intrighi di potere sono ora diventati un libro, in cui la stessa Monica Cirinnà racconta in prima persona i retroscena di una legge che ha cambiato la Storia del nostro Paese.
Si chiama L’Italia che non c’era il libro scritto dalla senatrice, che sviscera in 300 pagine tutto ciò che si cela dietro la da lei ribattezzata guerra del Vietnam, una guerra vera e propria condotta con caparbietà e pazienza. In un’intervista esclusiva al Fatto Quotidiano racconta: “La Commissione Giustizia mi ha affidato questa patata bollente. Ero stata appena eletta al Senato, ero inesperta. Ero molto in dubbio. Tornata a casa ne ho parlato con mio marito e assieme abbiamo deciso che avrei accettato la sfida”. Non restava che conoscere più a fondo il movimento omosessuale: “Nel 2000 ero al World Pride di Roma, ma per me il movimento era un foglio bianco”.
Un testo, quello sulle unioni civili, chiamato a coniugare amore e diritto. Un testo tutto al femminile: “Frutto del lavoro di cinque donne: io, Maria Elena Boschi, Micaela Campana, Sesa Amici e Valeria Fedeli. Con loro ho condiviso tutto. E i commi 11 e 12, quelli letti durante le celebrazioni, racchiudono tutta l’essenza della famiglia e delle relazioni affettive”.
Ma la Cirinnà spende parole buone anche per Matteo Renzi: “Sapevo che lui credeva davvero nella legge. Aveva capito che, per stare in Europa come vuole lui, non si poteva essere deboli sui diritti umani. È merito suo e del ministro Orlando: lui è riuscito a rimettere nella legge quello che i cattodem non volevano, ovvero il richiamo all’articolo 3 (quello sull’uguaglianza)”.
Non potevano mancare, però, le stoccate. Una, pesantissima, contro Alfano: “Il giorno stesso in cui fu stralciata l’adozione coparentale rilasciò una dichiarazione orrenda in cui sostenne che l’Italia era stata salvata da una rivoluzione contro natura. E con lui tutta la sua banda, i vari Lorenzin e Giovanardi”. Quanto all’incredibile dietrofront del Movimento 5 Stelle nel rush finale, la Cirinnà ancora non se ne dà pace: “Se Buccarella e Airola mi avessero sostenuto avremmo votato il canguro, salvato l’adozione coparentale e non avremmo posto il voto di fiducia. Avremmo rischiato su qualche voto segreto, ma sarebbe stato un rischio minimo. Avevo quasi tutti i voti del gruppo misto… Airola non mi saluta più e mi dispiace. Con lui è stato applicato un metodo stalinista: costretto a fare la dichiarazione di voto contrario, lui che era il più grande sostenitore della legge nel suo partito. Lo hanno punito”.
Non è scontato che la Cirinnà venga rieletta, ma qualora fosse ha già le idee chiare per le sue prossime battaglie: “Adesso l’approvazione dello Ius Soli, poi con il nuovo Parlamento toccherà all’adozione per tutti e al matrimonio egualitario. Me la giocherò tutta”.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.
Vedremo il programma del sui partito se avrà il matrimonio gay.