Il museo etrusco Guarnacci di Volterra? Un’istituzione omofoba. Questo è il lapidario giudizio espresso da un turista statunitense in visita in Toscana ad agosto che si è visto negare il biglietto al prezzo “famiglia” perché lui, il suo compagno e il loro bambino non sono stati riconosciuti come tale. L’opinione, per niente benevola, è stata lasciata dal turista su TripAdvisor, noto sito su cui viaggiatori di tutto il mondo si scambiano opinioni ed esperienze.
“Sebbene capiamo che l’Italia è la patria della fede cattolica e capiamo che la nostra famiglia non venga accettata in molte parti del Mondo, è tuttavia il 2013 e quindi semplicemente non siamo preparati allo schiaffo in faccia che abbiamo ricevuto in questo museo – scrive l’uomo che sul sito per viaggiatori ha il nick RoamingChicagoBoys -. Entrati dentro, abbiamo letto i prezzi dei biglietti e, forse perché abituati alla definizione di “famiglia” che si usa a Chicago, ovvero due adulti con bambini, sorridendo abbiamo chiesto un biglietto famiglia”. Una richiesta che è sembrata improponibile a chi si trovava in biglietteria in quel momento che ha reagito contraddicendo ogni mito sull’ospitalità mediterranea.
“La donna dietro il bancone – continua il turista – si è arrabbiata moltissimo e ci ha urlato in italiano che una famiglia è fatta da un padre e una madre e non da due uomini. Poi ha girato la testa dall’altra parte per interrompere qualsiasi comunicazione. Quindi ce ne siamo andati, delusi e turbati”. “Anche se possiamo rispettare le scelte del museo nel definire le tariffe di ingresso – conclude amareggiato lo statunitense – la cosa poteva essere gestita diversamente. E’ stato imbarazzante per noi e nostro figlio ed ha lasciato un velo nel nostro ricordo di Volterra”.
Chiamato in causa dal Tirreno, il direttore del museo Fabrizio Burchianti risponde lavandosene le mani. “Non ne sapevo niente – ha dichiarato Burchianti al quotidiano toscano – personalmente io sono sempre, in ogni ambito, per includere e non escludere. Comunque la scelta sulla tipologia dei biglietti, i prezzi e la gestione non è materia mia”.
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