Essere gay non è una scelta: parola di bambino

La Toscana lancia una campagna di comunicazione shock. L'immagine scelta contro l'omofobia raffigura un neonato nel letto di ospedale con il classico braccialetto. Ma sopra c'è scritto "omosessuale".

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Il manifesto ritrae un bambino, non perfettamente a fuoco, che è appena nato: in primo piano si nota il braccialetto di riconoscimento usato in ogni ospedale. Sopra però non c’è scritto il nome, Matteo od Elisa, Anna o Paolo, ma la parola “homosexual”. Di fianco lo slogan: “L’orientamento sessuale non è una scelta”. Come dire: qualunque sia l’origine dell’omosessualità, genetica o sociale, non si può scegliere di non esserlo se i geni o le condizioni in cui sei cresciuto hanno voluto che lo si fosse.

Il manifesto, la cui immagine è ripresa da una campagna dello stato del Quebec, verrà affisso in tutti i luoghi pubblici della Regione per sensibilizzare l’opinione pubblica. Verrano stampati anche pagine pubblicitarie, cartoline, depliant e saranno prodotti anche degli spot.

La campagna antidiscriminazioni della Toscana è stata presentata dall’assessore regionale alle riforme istituzionali Agostino Fragai, da Alessio De Giorgi, direttore di Gay.it, e da Paolo Chiappini, della Fondazione Sistema Toscana. «Il messaggio che vogliamo lanciare – ha spiegato De Giorgi – è che l’omosessualità non è una scelta ma un dato immutabile e da rispettare».

«Si tratta di una campagna pulita, che rispetta la privacy e il buon gusto – spiega l’assessore all’attuazione dello Statuto, Agostino Fragai – Certo affronta con forza ed in modo efficace una delle questioni di fondo di un tema eticamente discusso, sottolineando come l’omosessualità non possa essere considerato un vizio, ma una delle tante espressioni della personalità di un individuo».

Il 26 e il 27 ottobre durante la due giorni di lavori in cui si discuterà di discriminazioni (fra gli ospiti ci saranno anche la ministra Barbara Pollastrini, il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola e il fotografo Oliviero Toscani), verranno affissi altri manifesti contro l’omofobia provenienti da tutto il mondo: dal Regno Unito alla Nuova Zelanda, dal Canada agli Stati Uniti, campagne di enti pubblici, associazioni di genitori e gruppi cristiani. Non a caso è stato scelto come luogo di esposizione il Festival della creatività che si svolge nella suggestiva cornice della Fortezza da Basso.

È prevista, inoltre, una mostra fotografica dell’artista islandese Dagny

«Se l’obbiettivo ambizioso di qualche anno fa era quello che l’Italia entrasse in Europa oggi, è il caso di dirlo, basterebbe un obbiettivo "più modesto". Sarebbe sufficiente che l’Italia si adeguasse alla Toscana». È questo il commento del presidente dell’Arcigay Aurelio Mancuso. «La nuova campagna di comunicazione contro le discriminazioni sessuali e contro l’omofobia -continua Mancuso -, patrocinata dal ministero per le pari opportunità, che la Regione Toscana sta conducendo è assolutamente all’avanguardia nel panorama della difesa dei diritti delle persone lgbt ma anche, in senso più generale, di qualsiasi cittadino».

 

Raccapricciante. È questo, invece, il giudizio dell’onorevole Luca Volontè, capogruppo Udc alla Camera, sul manifesto della Regione Toscana. «Strumentalizzare i neonati per far passare l’idea che le pulsioni omosessuali siano una caratteristica innata dei bambini – prosegue Volontè – è un atto fuorviante e vergognoso sotto il profilo scientifico, politico e sociale». Secondo il parlamentare dell’Udc, inoltre, «la compiacenza delle istituzioni pubbliche nei confronti di campagne scioccanti e false come questa è l’ennesima prova del furore ideologico antisessualità maschile e femminile presente nel nostro Paese, oltre che tipico esempio di sperpero di denaro pubblico a favore delle solite lobby. Da Adamo ed Eva, i sessi sono due e rimarranno tali nonostante la prezzolata immaginazione dell’Arcigay».

di Daniele Nardini

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