L’FBI ha arrestato Mark Sahady e Suzanne Ianni per il tentato colpo di stato a Washington, il 6 gennaio. Il primo altro non è che l’organizzatore dell’etero pride di Boston, che nel 2019 ha raccolto nella città ben 200 persone al massimo, per una parata dell’orgoglio eterosessuale. La seconda, invece, oltre a essere una partecipante alla manifestazione, avrebbe aiutato Sahday a organizzare la trasferta a Washington, per poi assaltare il Campidoglio.
L’FBI ritiene che Mark Sahday abbia prenotato diversi autobus per Washington, portando al tentato golpe circa 300 persone, che poi sono entrate illegalmente al Campidoglio. A confermare le teorie degli agenti federali, alcune foto che il gruppo “Super Happy Fun America” aveva pubblicato su Twitter, creando quindi una prova schiacciante del loro coinvolgimento all’assalto. Si tratta della stessa associazione che aveva organizzato l’etero pride e di cui Sahday è il vice presidente.
Etero Pride: omofobia e potere bianco dietro alla manifestazione
La teoria dell’etero pride è quella (a loro dire) di ricordare “la diversa storia, cultura e contributi della comunità eterosessuale“. Ma dietro agli organizzatori, che hanno confermato di non essere anti-gay bensì pro-etero, si nascondono forze come il suprematismo bianco e gruppi di ultra-destra, che guarda caso hanno una particolare simpatia per l’ex presidente Donald Trump.
Basti ricordare che, dopo le minacce legali da parte di Chris Evans, Brad Pitt – usati come mascotte senza però cheidere prima i loro permesso – e Netflix come sponsor, lo straight pride aveva ripiegato sul celebre Milo Yiannopoulos, gay dichiarato e grande sostenitore del tycoon.
L’Etero pride di Boston di due anni fa era stato un vero flop. Oltre ad essere sembrato a tutti come una manifestazione pro-Trump, bastava leggere i cartelli e conoscere le dichiarazioni dei presenti per capire che i diritti etero non c’entravano minimamente, dato che il tutto si rifaceva a pensieri omofobi. Anche per questo motivo, era stata organizzata per lo stesso giorno una contro-manifestazione, da parte della comunità LGBT, che ha superato di gran lunga la partecipazione allo straight pride, 300 contro qualche migliaio.
Alla manifestazione, gli organizzatori avevano anche richiesto di appendere la bandiera dell’etero pride accanto a quella della città. Naturalmente, il Comune rifiutò la richiesta.
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