Verso le 20 di ieri sera (ora italiana), un’orda di sostenitori di Trump ha preso d’assalto il Campidoglio, durante la seduta in cui si sarebbe confermata l’elezione di Joe Biden come nuovo presidente degli Stati Uniti d’America. Tra i manifestanti, in quello che si potrebbe definire un tentato colpo di stato, è stata vista sventolare anche una bandiera arcobaleno, simbolo universale della comunità LGBT. Ed è presto detto il motivo: al golpe erano presenti anche i “Gays for Trump“.
Si tratta, come dice il nome inequivocabile, dei membri della nostra comunità che sostengono Donald Trump, che rimarrà ancora alla Casa Bianca per altre due settimane (se non verrà invocato il 25esimo emendamento per estrometterlo dalla sua carica).
Sono stati moltissimi gli utenti via Twitter che hanno confermato la presenza di bandiere arcobaleno tra i manifestanti, tramite le riprese dei tanti media presenti in zona. Sono diversi infatti i video dove si vede la bandiera sventolare al momento in cui la Polizia attacca i manifestanti. Ma anche in altre riprese, mentre gli stessi incappucciati marciano verso il Senato.
Cos’è il gruppo Gays for Trump?
Parliamo di un’organizzazione LGBT che sostiene il presidente Donald Trump. È nata nel 2016, da Peter Boykin.
Si identificano come dei repubblicani LGBT, anche se sembra strano data la posizione di Trump verso la comunità e in particolar modo verso le persone transgender. Ma basti pensare che, nelle elezioni presidenziali di novembre, un 28% di elettori LGBT ha rinnovato il suo voto proprio al candidato repubblicano.
Tra i grandi sostenitori di Gays for Trump c’è anche il noto Milo Yiannopoulos, scrittore, gay dichiarato e politico di estrema destra di origini britanniche, che negli ultimi anni ha partecipato all’Etero pride di Boston (di cui era mascotte) e ha bruciato una bandiera arcobaleno per uno spot elettorale.
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