TW: Transfobia
Voorzij è una secolare organizzazione olandese, composta da “femministe impegnate in critica del genere”: più nello specifico, il collettivo teme che l’imminente Transgender Act (legislazione che permetterebbe alle persone trans* di aggiornare più facilmente il proprio genere d’appartenenza sui documenti), possa andare a minare la sicurezza delle donne cisgender definendole ad oggi “la minaccia più grande”: il disco rotto si (ri)affida al solito espediente che permetterebbe agli uomini di definirsi donne per potersi inserire in specifici ambienti mettendo a rischio la loro sicurezza, tra abusi e stupri. In particolare, Caroline Franssen, fondatrice ddi Voorzij, fa riferimento all’episodio di Karen White, detenuta transgender che in Gran Bretagna ha aggredito altre due donne nel carcere femminile.
“Presto le donne non saranno più in grado di stabilire dei confini” dice Frassen, che in piena tradizione TERF, ribadisce che non esiste nessuna identità di genere, perché è il corpo a determinare se sei maschio o femmina: “Sia se mi piace il rosa, se preparo il caffè, o alzo i pesi, rimarrò sempre una donna” sottolinea, ritenendo una legge come il Transgender Act un irreversibile passo indietro per l’emancipazione femminile.
Il web ha reagito contrattaccando l’associazione, segnalando ripetutamente ogni profilo social, tanto da arrivare a bloccare l’account Twitter di Frassen. Ciliegina sulla torta: anche gli account PayPal e Bunq di Voorzij sono stati momentaneamente sospesi.
Franssen e la sua cricca sono più agguerrite che mai, ma fortunatamente stanno ricevendo scarso appoggio anche dalla classe politica, fatta eccezione per il partito cristiano fondamentalista SGP – attivo dal 1919 e apertamente omobitransfobico. Già lo scorso Autunno, il Parlamento olandese ha dichiarato di non riscontrare alcuna correlazione tra “il cambio di genere registrato sui documenti d’identità” e l’incolumità delle donne cisgender, ribadendo come questa legge – già in atto dal 2017 in paesi come Islanda, Norvegia, e Malta – non ha riportato casi di abuso. “Possiamo lasciare che diritti umani, come il diritto all’autodeterminazione, siano determinati da un possibile incidente estremo?” risponde Brand Berghouwer, presidente del Transgender Netwerk Nederland.
Come ribadisce, Marjolein van den Brink, ricercatore presso l’Università di Utrecht, il focus è concentrato su altri tipi di abusi: “Ci stiamo concentrando sull’abuso di frode, per esempio” dice Brink “Ma non siamo alla ricerca di uomini che dicono di essere donne, al momento nei Paesi Bassi questa non è una tematica“. Per van den Brink il pericolo sia un estremismo piuttosto raro non lo rende impossibile, ma al contempo, non c’è un pericolo reale che possa giustificare queste preoccupazioni a tal punto da bloccare la legge: “Non sembra appropriato dal punto di vista dei diritti umani privare le persone trans di un diritto perché un altro gruppo, gli uomini, potrebbe abusarne”.
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