Tra 11 mesi esatti scopriremo il 47º presidente degli Stati Uniti d’America, con Donald Trump che potrebbe far precipitare il Paese nel caos più totale. Ma anche il 2023 è stato un anno particolarmente difficile sul fronte diritti LGBTQIA+, causa maggioranza repubblicana non solo in una delle due Camere ma anche alla Corte Suprema, senza dimenticare l’incredibile quantità di leggi omotransfobiche presentate in ogni singolo Stato. Secondo l’American Civil Liberties Union (ACLU), ben 508 proposte di legge in 49 Stati. Secondo una ricerca indipendente, il numero salirebbe addirittura a 589.
Per fare un confronto, in tutto il 2022 erano stati 174. Siamo al +230% in un anno.
Di questi 508 disegni di legge, 84 sono ufficialmente diventati legge, con un’approvazione definitiva. 2 in Alabama, 8 in Arkansas, 4 in Florida, una in Georgia, tre in Idahao, tre in Indiana, 3 in Iowa, 3 in Kansas, due in Kentucky, una in Louisiana, due in Mississippi, due in Missouri, 5 in Montana, una in Nebraska, 5 in Nord Carolina, dieci in North Dakota, tre in Oklahoma, una in South Dakota, 10 in Tennessee, 6 in Texas, sei in Utah, due in West Virginia e una nel Wyoming.
Ma gli attivisti LGBTQIA+ precisano come l’approvazione di queste leggi non sia mai realmente l’obiettivo primario di chi le propone. A loro dire servono infatti quasi unicamente ad instillare paura nella comunità, distraendo dal sempre più crescente numero di problemi profondamente radicati che il Paese deve affrontare.
Delle 84 leggi anti-LGBTQ+ approvate quest’anno, 26 limitano in qualunque modo le cure per l’affermazione di genere, 34 limitano la libertà di espressione nelle scuole e quattro impediscono alle persone trans di utilizzare nomi e/o pronomi di genere accurati sui propri documenti ufficiali.
La legge SB254 del Senato della Florida, meglio conosciuta come “Legge sui trattamenti per la riassegnazione del sesso”, consente allo Stato di rapire di fatto il figlio di una persona se ritiene che gli siano state offerte cure che stabiliscono il genere o “procedure di riassegnazione del sesso”.
Stati tra cui North Carolina, Louisiana, Missouri e Texas hanno approvato leggi che limitano l’assistenza sanitaria per le persone LGBTQ+, in particolare per le persone trans.
Nonostante i continui attacchi contro la comunità, ci sono state anche diverse vittorie contro il movimento omobitransfobico. I governatori di diversi Stati hanno posto il veto a questi progetti di legge, vedi Louisiana, Kentucky, California e Carolina del Nord. La governatrice democratica dell’Arizona Katie Hobbs, ha promesso che porrà il veto a qualsiasi legge anti-trans che finirà sulla sua scrivania.
In Florida Ron De Santis, che punta Donald Trump alle primarie repubblicane per la Casa Bianca, è diventato la punta di diamante del movimento omobitransfobico d’America, con una quantità crescente e disumana di leggi spaventosamente pericolose e duramente contestate. Diversi Stati hanno dichiarato guerra alle drag queen, con divieti agli spettacoli drag in presenza di “minori” da più Corti definiti anticostituzionali.
Il 2024, in piena campagna elettorale, sarà addirittura potenzialmente peggiore del 2023, con l’ex presidente Trump a guidare l’odio dell’estrema destra repubblicana nei confronti di un’intera comunità.
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