Francesco – il nome è di fantasia – ha vent’anni ed è omosessuale. Non aveva detto ancora al genitore – la madre è deceduta qualche anno fa – di essere gay, aspettava probabilmente solo il momento migliore per farlo. Francesco, una delle sere della scorsa settimana, ha pensato potesse essere arrivata la volta buona: si aspettava comprensione, rispetto per la scelta, riconoscimento per il coraggio di quel gesto. Non ha trovato nulla di tutto ciò. Anzi. Sono bastate quelle tre parole messe in fila l’una dopo l’altra – “papà, sono gay”, per l’appunto – per scatenare una reazione completamente opposta: violenza, insulti e grida. E così il coming out di Francesco si è trasformato in un dramma familiare. Il padre, un artigiano genovese di 50 anni, non ha voluto accettare la verità del figlio. A raccontare la storia il quotidiano genovese Il Secolo XIX.
E’ una sera della scorsa settimana. Francesco torna a casa dopo una serata passata con gli amici e trova il padre tranquillo sul divano. Pensa che quello possa davvero essere il momento propizio per dichiarare la propria omosessualità al padre e preoccupato ma tutto sommato sereno affronta l’argomento. Non lo avesse mai fatto: partono ceffoni, insulti, spinte, il padre sembra diventato matto e così Francesco alla fine è costretto a chiamare i carabinieri che intervengono subito. Alla vista dei militari dell’Arma, il padre ha un malore e viene ricoverato in un ospedale vicino: “Per mantenere mio figlio, ho fatto sacrifici immensi. Non posso accettare una cosa del genere”, ha spiegato il padre agitato ai soccorritori, aggiungendo poi che “non lavora, non fa niente tutto il giorno, ed ora mi viene a dire che è gay…”. Francesco sconvolto e ferito più che per le botte dalla reazione del padre se ne va di casa dopo aver minacciato denunce e azioni contro il genitore. “Per quello che hai fatto finirai nei guai”, avrebbe intimato il ragazzo al padre.
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Ok. non lavora, non studia, non farà niente tutto il giorno, ma se fosse tornato a casa dicendo; "mi sono fatto tre tipe assieme", l'avresti ammazzato di botte lo stesso? Figuriamoci, al massimo birretta e grasse risate, con tanto di chiamate agli amici per dire quanto "bravo" sia stato il figlio. Certa gente fa proprio schifo; tuo figlio potrà essere un drogato, uno sfaticato, un assassino, un mafioso... non importa. Ma se solo osa dire di essere gay...
deve denuciarlo e se non lavora che cerchi un lavoro almeno