Il rabbino capo Shlomo Amar ha dichiarato a un giornale israeliano che l’omosessualità dovrebbe essere punita con la morte secondo la legge ebraica.
“La Torah punisce l’abominio dell’omosessualità con la morte. È al primo posto tra i peccati peggiori“, ha dichiarato a Israel Hayom. L’uomo è attualmente a capo della comunità ebraica sefardita di Gerusalemme.
Già in precedenza Amar si era scagliato contro il Gay Pride, definendolo un “fenomeno imbarazzante, che profana Gerusalemme, città di Dio” e sostenendo che Benjamin Netanyahu, Primo ministro, non fosse adatto a ricoprire il suo ruolo proprio per aver sostenuto la manifestazione.
L’uomo rischia il suo posto: infatti i membri del Parlamento hanno inviato un’interrogazione al Primo ministro affinché Amar venga sostituito. Israele infatti è uno degli stati del Medio Oriente più tolleranti nei confronti della comunità LGBT: ogni anno i pride di Tel Aviv e Gerusalemme attraggono migliaia di persone da tutto il mondo.
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A riprova che Israele sia una vera democrazia ed il Popolo Ebraico una antichissima poliedrica stirpe di dialettici intellettuali sta il fatto che questo rabino, esprima il suo pensiero, riferendosi a scritti di quasi 6000 anni fa, in una nazione, Israele, che per prima e senza tanto clamore, abbia inserito il matrimonio egualitario anni fa. Tutti in Israele possono dire e vivere liberamente, anche se coglioni.
La differenza è che in Israele lo Stato difende i gay, anzi accoglie pure per difenderli i gay arabi. Negli altri Paesi intorno, i gay sono condannati per legge. Giustiziati o incarcerati. In Palestina sono condannati a morte per lapidazione da parte dei parenti, con la compiacenza della polizia.
Verissimo, eppure questo non diminuisce di un nanogrammo l'entusiasmo dei frequentatori del sito per la causa "palestinese", nè la loro ostilità per l"entità sionista".
Verissimo.