Domenica 19 novembre Papa Francesco ha ospitato più di 1.000 persone per celebrare la Giornata mondiale dei poveri della Chiesa cattolica. Tra questi poco più di 1000 invitati anche un gruppo di donne trans di Torvaianica, che da anni Francesco ha preso sotto la propria ala protettrice. Le donne si erano presentante in pieno Covid-19 alla chiesa di don Andrea Conocchia, perché causa restrizioni avevano perso ogni fonte di reddito. All’epoca il Vaticano, per volere di Bergoglio e attraverso il cardinale elemosiniere Konrad Krajewski, fornì loro medicine e forniture igieniche, nonché vaccini.
Domenica scorsa tutte queste donne sono arrivate direttamente in Vaticano, con un pullman, per incontrare il Papa. A darne notizia l’Associated Press, che ha pubblicato un video del loro viaggio. “Non me lo aspettavo. Non me lo sarei mai aspettato! Sono molto felice”, ha commentato Mirta Rios. “Grazie a Dio, a lui e a tutti coloro che ci hanno aiutato a superare la pandemia quando eravamo messe male. Oltretutto è argentino come me!”.
Jessica Quintero, ha aggiunto: “È bellissimo per noi donne trans perché siamo dimenticate. È un grande piacere e una spinta morale per noi perché tante volte le persone si dimenticano di noi”.
Claudia Vittoria Salas e Laura Esquival hanno avuto il piacere di sedere proprio al tavolo del Papa, che negli ultimi anni ha più volte parlato della comunità transgender. “Anche le persone transessuali sono figlie di Dio”, ha detto lo scorso agosto, mentre a fine luglio aveva risposto via podcast ad un ragazzo trans con queste parole: “Il Signore non schifa nessuno, vai avanti. Ci ama anche se peccatori”.
Poco più di un anno fa Bergoglio aveva accolto il Vaticano proprio la comunità trans di Torvaianica, mentre il mese scorso il Vaticano ha ribadito il via libera al battesimo per i figli di coppie gay e lesbiche, rimarcando inoltre come le persone trans possano essere madrine, padrini e testimoni di nozze. Una puntualizzazione che ha suscitato plausi ma anche critiche, come quelle dell’attivista trans Elia Bonci.
Da quando è stato nominato capo della Chiesa cattolica nel 2013, Papa Francesco ha adottato un atteggiamento relativamente più inclusivo nei confronti delle persone LGBTQ, rispetto ai suoi predecessori. Nel 2017 arrivò a dire che la Chiesa dovrebbe “chiedere scusa” ai gay, per poi ondeggiare continuamente tra aperture e chiusure, parole di vicinanza e altre di lontananza.
Proprio ieri si è celebrato il TDOR, Transgender Day Of Remembrance, giornata nella quale si ricordano le vittime di odio transfobico. 320 le vittime in un anno, con l’Italia che è il Paese con più crimini verso persone trans* in Europa insieme alla Turchia.
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