La rivista cattolica Il Timone si è imbarcata in una mini-crociata contro Gay.it, con un articolo nel quale si afferma che avremmo insultato il Papa.
L’articolo de Il Timone, senza firma, si intitola Gay.it: insulti al Papa, dialogo con l’islam e comincia così: “Omofobia e cattolicesimo: Ratzinger SS a Verona. Così il sito Gay.it ha titolato l’articolo a firma di Roberto Taddeucci sull’intervento di Benedetto XVI al Convegno della Chiesa italiana. In occasione del suo discorso di giovedì scorso il Papa aveva ricordato il no della Chiesa a “forme deboli e deviate di amore”, un no derivante dalla “sollecitudine per la persona umana e la sua formazione” e che rappresenta un sì “all’amore autentico, alla realtà dell’uomo come è stato creato da Dio”. Il più grande portale gay e lesbico italiano, dando un chiaro esempio di quale tipo sia la “tolleranza” ossessivamente invocata dalla comunità omosessuale, ha risposto associando il Pontefice ad un membro delle Schutzstaffeln naziste.“
Si impongono delle precisazioni. Innanzitutto quando si cita un articolo e si accusa l’autore, nel caso il sottoscritto, di avere voluto offendere qualcuno lo si deve fare riportando perlomeno in modo corretto quello che “l’accusato” avrebbe scritto. A Il Timone, purtroppo, hanno preso un abbaglio e hanno invertito l’ordine delle parole: hanno letto “Ratzinger SS” mentre avevamo scritto “SS Ratzinger”. Per “SS” intendevamo Sua Santità (l’abbreviazione è molto comune), dunque la nefasta associazione con le Schutzstaffeln naziste l’hanno fatta loro, non noi.
Certo viene da chiedersi quale meccanismo d’associazione d’idee l’abbia fatta scattare. Nel frattempo l’accusa è rimbalzata su altri siti e blog di area cattolica che hanno pecorescamente riportato l’articolo de Il Timone senza neanche controllare se il titolo incriminato era quello oppure no. Bastava fare una piccola verifica.
A Il Timone si autodefiniscono “Uomini ai quali è stata donata la Fede, innamorati di Dio e membra vive della Chiesa…
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A Il Timone si autodefiniscono “Uomini ai quali è stata donata la Fede, innamorati di Dio e membra vive della Chiesa, figli della Vergine Madre, fedeli al Santo Padre e ai suoi insegnamenti. Ma anche conquistatori di uomini e donne alla causa del Vangelo e della Chiesa, difensori della Fede e della cultura che ne deriva, apostoli della Nuova Evangelizzazione” e dicono che la loro missione è quella di voler “parare gli attacchi di chi contesta la verità cattolica, disprezza la morale e denigra la storia della Chiesa“. Con tutto il rispetto per “verità cattolica” facciamo presente che le credenze sul soprannaturale religioso delle persone non è accettabile che possano diventare motivo per avvilire e sminuire l’esistenza e le relazioni altrui. Il concetto di “forme deboli e deviate d’amore”, espresso da Joseph Ratzinger in varie occasioni, è già stato brillantemente contestato sul piano filosofico da un filosofo di chiara fama come Gianni Vattimo e ci pare particolarmente inquietante e pericoloso perché può contribuire a creare quel terreno fertile intriso di disprezzo per chi è diverso (di religione, di pelle, di orientamento sessuale) sul quale poi attecchiscono e prosperano più facilmente ideologie xenofobe e omofobe delle quale abbiamo visto esempi, sia all’estero che in Italia, in tempi recenti.
Rispettiamo certamente le credenze spirituali di ciascuno ma quando in base a queste si vogliono creare sottoclassi di persone, appioppando in modo del tutto soggettivo ai loro sentimenti e relazioni aggettivi come “deboli” e “deviate” allora non possiamo che esprimere con forza e chiarezza il nostro dissenso. La comunità omosessuale è una minoranza che invoca “ossessivamente” tolleranza proprio perché nel corso della storia ha già abbondantemente sofferto, insieme ad altre minoranze, le tragiche conseguenze di chi ha sempre voluto demonizzarla (in quanto innaturale o contraria alla volontà divina). Col passare dei secoli siamo passati dalla persecuzione all’emarginazione: da un certo punto di vista un passo avanti, ma è ovvio che ancora siamo ben lontani da quel concetto di uguaglianza a cui tutti, credenti, agnostici o atei, (si spera) aspiriamo.
Una volta chiarite queste cose è evidente che viene a decadere anche l’assurda accusa che ci viene mossa nella seconda parte dell’articolo, ovvero quella di essere duri col Papa e sin troppo “dialoganti” col mondo islamico. Non è così. Non pretendiamo certo di essere immuni da critiche ma non usiamo due pesi e due misure e cerchiamo sempre di rendere noti tutti quei casi nei quali vengano violate la dignità e i diritti fondamentali delle persone. A prescindere dal fatto che il dialogo tra chi la pensa diversamente non è mai abbastanza, abbiamo denunciato in passato casi di esecuzioni capitali di gay in Iran, di aggressioni e violenze subite da persone omosessuali in Iraq, le persecuzioni in Arabia Saudita e indicato quella che appare essere la posizione coranica sull’omosessualità. Tutti esempi di eventi ai danni di persone non eterosessuali che alla base hanno sempre il presupposto (indimostrato e indimostrabile) che una certa fascia della popolazione sia “malvista” da una Entità Superiore e che pertanto vada punita o sia soggetta a discriminazioni, anche pesanti. Questo uso della religione per fini d’odio e emarginazione non è tollerabile e va ben oltre i rispettabilissimi bisogni spirituali che ciascuno può avere.
Roberto Taddeucci
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