Dennis Altman sarà presto a a Milano (23 aprile), Torino (29 aprile) e Bologna (3 maggio). Saranno delle occasioni uniche per poter conoscere e confrontarsi con l’attivista e accademico australiano, autore dell’ormai classico Homosexual: Oppression and Liberation (1971). Una nuova edizione italiana del testo, tradotto da Biagio Mazzella e curato da Lorenzo Bernini, è in uscita questo mese con Asterisco Edizioni.
Ho avuto la possibilità di intervistare Lorenzo Bernini. Ecco cosa ci ha raccontato.
Caro Lorenzo, puoi introdurre al nostro pubblico Omosessuale: Oppressione e Liberazione?
Omosessuale: Oppressione e liberazione di Dennis Altman fu uno dei primi libri a raccontare e teorizzare la liberazione gay dopo la rivolta di Stonewall del 1969. Uscì in inglese nel 1971, prima di Il desiderio omosessuale di Guy Hocquenghem e degli Elementi di critica omosessuale di Mario Mieli, e fu tradotto in italiano per Arcana Editrice nel 1974, da Florence Colombo e Alfredo Cohen. In Antologaia, Porpora Marcasciano racconta come per lungo tempo fu per lei il tesoro più prezioso della sua biblioteca: «Possederlo era per me un chiaro segno di appartenenza, una tessera che attestava la politicizzazione della mia sessualità, il riconoscimento del potenziale rivoluzionario della mia esperienza», scrive. Ho la fortuna di aver conosciuto e di conoscere altre e altri attivisti del movimento di liberazione omosessuale italiano degli anni Settanta, e so che queste parole di Porpora esprimono un sentimento che allora era comune.
Perché hai pensato alla ritraduzione e riedizione italiana di questo testo?
Nel 2017, a quarant’anni dalla prima edizione, Feltrinelli ha ripubblicato gli Elementi di Mieli in edizione economica. Nel 2022, a cinquant’anni dalla prima edizione, Cristian Lo Iacono ha curato per le Edizioni Mimesis una nuova traduzione di Il desiderio omosessuale. Dopo mezzo secolo dalla sua prima edizione italiana, era l’ora di rendere nuovamente disponibile anche Omosessuale, e di riappropriarci con esso di un tassello importante della nostra storia e del nostro pensiero. La collana Eresia di Asterisco, casa editrice di movimento che sta facendo da anni un magnifico lavoro di diffusione di testi femministi ed LGBTQIA+ fuori catalogo, mi è sembrata la sede più appropriata. E affidare la traduzione a Biagio Mazzella, aprendo idealmente fin dall’edizione del testo un dialogo intergenerazionale (Dennis ha ottant’anni, io cinquanta, Biagio non ne ha venticinque) mi è sembrata una scelta azzeccata.
Ci sono delle persone che vuoi ringraziare per aver partecipato al progetto?
Colgo l’occasione di ringraziare Biagio di cuore. Ha lavorato a tempi di record affinché il libro fosse pronto in occasione del breve tour di Dennis in Italia. E ringrazio tutte le persone che hanno contribuito a organizzare questo tour: Alessio Ponzio, Carlotta Cossutta, Lorenzo Petrachi, Nicola Riva, Marta Cotta Ramosino, Mauro Muscio e a tutte le istituzioni e associazioni, a tutti i collettivi e le persone che interverranno nei tre incontri, e i cui nomi e loghi compaiono nella locandina dei tre eventi.
Perché leggere questo libro oggi?
Dennis fu un osservatore diretto e partecipe della nascita del Gay Liberation Front a New York. Nello spirito del tempo, racconta la rivoluzione di Stonewall assieme alla sua rivoluzione personale, e situa la liberazione gay in continuità con la cultura femminista, anticapitalista e antirazzista del tempo più che con i movimenti omofili assimilazionisti precedenti.
Omosessuale non va letto oggi come una guida o un programma di azione per il presente: esprime tutta la freschezza e anche l’ingenuità di quegli anni fondamentali che però non sono più i nostri. È ancorato alla stessa visione della sessualità che troviamo in Mieli e Hocquenghem, a quella concezione ‘freudomarxista’ che ha preceduto la svolta queer del pensiero di Foucault e Butler e dei Trans* Studies, che anticipa una certa sensibilità nonbinary presente ma al tempo stesso oggi può risultare offensiva verso le persone trans*. In una pagina del libro compare però Sylvia Rivera, assieme a un attivista intersex, e la loro presenza potente mette in dubbio tutto l’impianto del libro. Rispetto alle rotture e alla logica di schieramento di alcuni movimenti femministi ed LGBTQIA+ attuali, l’atteggiamento dubitativo e interlocutorio del giovane Dennis, assieme all’iniziale capacità di stare assieme pur nelle differenze e nel conflitto del Gay Liberation Front e dello Street Transvestite Action Revolutionaries di New York sono già testimonianze preziose.
Al netto dei suoi limiti e contraddizioni, il libro testimonia poi di un tempo in cui la liberazione LGBTQIA+ si pensava rivoluzionaria, di un tempo in cui i movimenti pacifisti e controculturali riuscivano non solo a immaginare, ma anche a realizzare nelle loro pratiche un mondo diverso. Di un tempo precedente alla diffusione di quel clima opprimente del presente che la sensibilità punk di Mark Fisher ci ha insegnato a chiamare ‘realismo capitalista’ – quel clima in cui il neoliberismo sembra l’ordine naturale, insuperabile, del mondo e nelle giovani generazioni prevale un sentimento depressivo di immobilismo. Rileggere oggi Omosessuale, che è anche un libro pacifista e internazionalista, mentre l’Europa e tutto il mondo si stanno riarmando per prepararsi a nuove guerre, può insomma servire ad acquisire la consapevolezza che la storia avrebbe potuto andare diversamente, e che quindi potrebbe andare diversamente ancora. Può servire a riaprire un senso del futuro, e a fare nuovamente della questione sessuale una leva di questa apertura verso la trasformazione.
Perchè è importante organizzare questa presentazione in tre diverse sedi?
Fosse stato per me, di presentazioni ne avrei organizzate almeno cento, in tutta Italia! Ma bisogna fare i conti con i limiti delle risorse. Avere Dennis in Italia è un’occasione straordinaria. Dopo la pubblicazione di Omosessuale ha scritto libri su libri, è stato uno dei protagonisti della lotta all’HIV/AIDS (cioè, della protesta contro le modalità omotransfobiche con cui inizialmente la pandemia di AIDS fu affrontata negli anni Ottanta da tutti i governi del mondo), è stato sempre osservatore partecipe dei cambiamenti del mondo e delle comunità LGBTQIA+.
Mieli e Hocquenghem purtroppo non ci sono più. Lui sì. Chi non potrà essere presente ai tre incontri, potrà leggere la nuova appassionata traduzione che Biagio ha fatto di Omosessuale, e se conosce l’inglese potrà leggere gli altri libri di Dennis. Ma sentire dalla sua voce, dalla voce di uno dei primi protagonisti della nostra liberazione, che cosa Dennis pensa dell’ultimo mezzo secolo di storia dell’umanità e di storia LGBTQIA+, poter assistere al confronto tra lui e le nuove generazioni, sarà un’esperienza non solo interessante, ma anche molto, molto emozionante.
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Omosessuale oggi non si può più leggere come una guida o un programma di azione perché la comunità omosessuale è diventata una pantomima di sé stessa, che organizza le barricate arcobaleno in piazza per conto di Disney e Netflix.