VERGINE A 30 ANNI

Un lettore: "tutto ciò che riguarda il sesso ha sempre provocato in me ansia". L'esperto: "Tutti tendiamo a evitare ciò che ci spaventa, ma pensa che tra gay il sesso non è tutto".

VERGINE A 30 ANNI - leo29 6 4 - Gay.it
5 min. di lettura

Non so se è normale, ma a tutt’oggi (ho 30 anni!!!) non ho avuto rapporti sessuali completi. Sono un ragazzo molto carino e non passo inosservato. Qualche volta ho desiderato di non essere così carino, per non trovarmi nella continua situazione di dover sfuggire alle “attenzioni” delle ragazze. Ed ho sempre rimandato di fare quello che desideravo: vivere a pieno la mia omosessualità e conoscere ragazzi gay come me.
Comunque, tutto ciò che riguarda il sesso ha sempre provocato in me ansia. Qualche anno fa mi è capitato di conoscere due diversi ragazzi, ma non mi sono andati bene, mi sono apparsi bruschi, frettolosi… Ho lasciato perdere la ricerca di relazioni per un paio di anni. Qualche mese fa ho invece ripreso la “ricerca” e ho contattato tramite chat tre ragazzi. Ne ho conosciuto uno, mi è piaciuto subito tanto, ma si è rivelato ben presto interessato solo al sesso. Il terzo appuntamento con lui era stato programmato per fare sesso (visto che non ce la faceva più e aveva troppa voglia), ed io ho pensato: “Proviamo, l’intesa verrà dopo…”. Ma niente, non mi sono lasciato andare. Questo anche al quarto e al quinto appuntamento.
All’inizio della conoscenza baciarlo mi era piaciuto molto, così come accarezzarci, ma specialmente una delle ultime volte in cui abbiamo provato a fare l’amore e lui mi ha chiesto di succhiargli il pene ho provato un senso di disgusto nel farlo. Mi sono sforzato di andare avanti e quando ho sentito il suo sperma arrivarmi in bocca ho avuto quasi dei conati di vomito. Mi sono ritratto in fretta, lui si è accorto ovviamente del mio disagio e abbiamo smesso per un po’. Speravo ci fermassimo lì ed invece lui dopo qualche minuto si è eccitato di nuovo, ha ripreso a toccarmi e ad un certo punto ha provato ad infilarmi un dito nell’ano…, ho sentito dolore, fastidio, mi sono quindi alzato dal letto e mi sono rivestito, dicendo che non me la sentivo. Provavo rabbia nei suoi confronti, ma al momento non gli ho detto nulla. Solo dopo alcuni giorni gli ho detto che non mi andava più di vederlo, perché non era nata un’intesa, e che era squallido vedersi solo per fare sesso. Al di la delle mie ansie, so che se mi avesse rispettato un po’ e avesse voluto instaurare un rapporto di amicizia, piano piano mi sarei con molta probabilità lasciato andare.
Ma in ogni caso perché ho paura del sesso, e per quale motivo rimando le cose che mi mettono ansia? Ho deciso (forse) che è il caso di consultare uno psicoterapeuta nella mia città: mi rendo conto di essere una persona chiusa, di andare in ansia a volte per niente ed eccessivamente. Vorrei capire delle cose di me e degli altri che sento di non aver capito.
Nel frattempo scrivere questa mail è il primo passo verso tale direzione. Desidererei avere qualche consiglio o chiarimento.
Grazie di cuore
Flavio

Tutti in genere tendiamo a rimandare o ad evitare le cose che ci inducono a provare ansia, in tal modo freniamo spesso il cambiamento, la possibilità di scoprire con eccitazione la “novità” e di integrare ed assimilare nuove esperienze.
Tu centri l’attenzione sulla sessualità identificando in questa sfera un tuo disagio, ma la sessualità non è una parte separabile da quanto tu sei più globalmente come persona. È sì un aspetto specifico del tuo relazionarti agli altri, non sempre così necessariamente allacciato all’affettività, ma è anche difficilmente separabile del tutto da essa, dal tuo modo di essere-nel-mondo e di percepire te stresso e la tua corporeità, dalla prospettiva da cui parti nel guardare agli altri, ecc.
La difficoltà potrebbe riguardare più in generale il fidarsi e l’affidarsi in una storia affettiva, o il poter stare in una relazione sentendo che vi può essere non solo lo spazio per la comunanza, ma anche quello per il rispetto delle differenze e dei “confini” reciproci. Sembri aver bisogno di un rapporto d’amore all’interno del quale tu possa riconoscere una equità nell’espressione e nella soddisfazione dei bisogni reciproci. Di per sé il fatto che tu abbia tempi più lenti nel decidere di poter fare sesso con un uomo non è un problema, lo diventa nella misura in cui ti incontri (o scontri) con ragazzi che prediligono forme di conoscenza dell’altro diverse dalle tue e che hanno “tempi” difformi dai tuoi. Tu tendi a leggere nella richiesta del partner di fare sesso “subito” un atteggiamento superficiale e una scarsa propensione a una conoscenza più piena. Credo si tratti solo di modi differenti di avvicinarsi.
Molti uomini gay – la maggioranza credo – iniziano una relazione partendo dal fare sesso. Non sto qui ora ad elencarti tutti i motivi per cui questo può avvenire, e neanche a soffermarmi sui possibili limiti di un tale comportamento. Penso intanto che questo sia un aspetto della fisiologia e della psicologia maschile: anche i maschi eterosessuali in genere pensano subito di portarsi a letto una donna da cui si sentono attratti, sebbene poi possano dover attraversare le fasi del processo di corteggiamento. È chiaro che se si incontrano due uomini che si piacciono o che non fanno sesso da un po’, dati questi presupposti, il finire “a letto insieme” può essere un passaggio molto veloce.
Spesso gli uomini gay cercano il sesso di una notte o di pochi incontri e poi scompaiono, ma non sempre è così. Non in tutti i casi. E comunque un incontro sessuale intenso e pieno può essere la base e l’inizio di una conoscenza e di una relazione, se accompagnato e integrato poi da altro. Gli stessi incontri sessuali occasionali possono avere valenze diverse, alcuni possono essere arricchenti e creare una base di esperienze per una relazionalità più piena, specie per chi, come te, di esperienze in tal senso ne ha poche.
L’idea di farti aiutare rispetto al tuo modo di vivere la sessualità e l’affettività non è malvagia, ma affidati a uno psicoterapeuta che abbia una visione olistica delle cose, non a un sessuologo comportamentale che guardi solo al sintomo in sé. Pensa intanto che forse non hai ancora incontrato un ragazzo che può avere uno stile o dei “gusti” relazionali più vicini ai tuoi, più comprensivo e dolce. Il ragazzo di cui parli nella lettera sembra essere stato per alcuni versi aspro e disattento, certe pratiche sessuali possono richiedere una buona dose di familiarità e fiducia nella coppia, perché possano essere sperimentate con serenità e soddisfazione reciproca.
È vero pure, d’altra parte, che certe tue reazioni potrebbero far supporre un fondo di incompleta accettazione del tuo orientamento sessuale e qualche residuo omofobico, ma di questo non posso avere alcuna certezza visti gli scarsi elementi in mio possesso. Prova comunque ad esplorare queste eventualità, e a tener presente che se qualcuno ti chiede di fare sesso ti sta comunicando comunque un’attrazione e un interesse. Negli incontri con chi è diverso da te potresti provare a parlare, a confrontarti, ad esprimere eventualmente il tuo disappunto e la tua rabbia di fronte a qualcosa che senti come non rispettoso (senza dover scegliere necessariamente di andartene), nel tentativo di arrivare ad un rapporto in grado di non penalizzare oltremisura le posizioni di entrambi.
Giuseppe Iaculo

di Giuseppe Iaculo

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