Negli ultimi giorni, il discorso sulla violenza della polizia nel nostro paese si è infiammato – in seguito agli episodi di Pisa, in cui alcuni studenti scesi in piazza per protestare pacificamente a favore della Palestina sono stati ferocemente manganellati da parte delle forze dell’ordine in una reazione sproporzionata alla rottura di un cordone di sicurezza.
Non si tratta tuttavia di un caso isolato. Una recente interrogazione parlamentare avanzata da dai deputati Ivan Scalfarotto (IV) e Stefano Vaccari (PD), concerne percosse, umiliazioni, e profilazione razziale e sessuale subite da una coppia omosessuale (di cui uno dei due di origine tedesca) per mano della polizia nel commissariato di Sassuolo, e solleva ancora una volta questioni di fondamentale importanza riguardanti l’integrità professionale e morale delle forze dell’ordine e di chi dovrebbe sorvegliare il loro operato.
Il caso
L’episodio ha luogo il 22 dicembre 2020 a Sassuolo, quando una coppia omosessuale viene fermata alle casse di un supermercato, perquisita sommariamente in un magazzino, e portata al commissariato locale.
Al ragazzo italiano viene chiesta solamente la carta di identità, mentre al cittadino tedesco il permesso di soggiorno. Intervistato da Domani, il ragazzo dirà: “Sicuramente c’entra la mia pelle scura e la profilazione razziale“.
Durante la detenzione, i due denunciano di aver subito violenze fisiche e morali, tra cui percosse e umiliazioni, nonché di essere stati vittime di profilazione razziale e identitaria. Specificamente, viene riferito che i ragazzi sarebbero stati costretti a spogliarsi in un corridoio e ad assumere posizioni umilianti e fuori procedura.
Dopo il rilascio, le vittime scoprono inoltre che i loro telefoni cellulari sono stati manipolati, ed a seguito di una visita al pronto soccorso, a uno dei due vengono diagnosticati vari traumi, con una prognosi di venti giorni.
Nonostante la presentazione di prove quali testimonianze, certificati medici e video a supporto delle loro accuse, la procura di Modena sceglie di richiedere l’archiviazione del caso, decisione successivamente confermata dal giudice per le indagini preliminari (GIP) verso la fine del 2023.
Nei documenti ufficiali viene tuttavia evidenziato il comportamento inappropriato e poco professionale di uno degli agenti coinvolti. Nonostante la presa di coscienza, nessuna azione disciplinare viene intrapresa in merito.
L’interrogazione parlamentare
In seguito all’archiviazione, Ivan Scalfarotto, capogruppo di Italia Viva-Il Centro-Renew Europe in Commissione Giustizia, ha presentato un’interrogazione ai ministri della Giustizia – Carlo Nordio – e dell’Interno – Matteo Piantedosi –, chiedendo di tornare sulla vicenda. Del caso si occuperà anche la Corte europea dei diritti dell’uomo, chiamata in causa dai legali dei due ragazzi per fare luce sull’episodio.
“Nonostante le plurime testimonianze, certificati medici e video, la procura di Modena ha chiesto l’archiviazione per il caso, accolta a fine 2023 dal gip. – spiega Scalfarotto – Gli stessi magistrati, peraltro, nell’archiviare segnalano il comportamento non consono e poco professionale di uno degli agenti indagati.
Per quali ragioni la procura di Modena, in relazione ai fatti relativi alla coppia, ha ritenuto di affidare l’indagine ai colleghi degli indagati?”.
Alla richiesta di chiarimenti di Scalfarotto si è unito anche Stefano Vaccari, deputato modenese del Partito Democratico.
“Con tutta evidenza – commenta Vaccari – si tratta di una vicenda dai contorni poco chiari, ove i fatti, se fossero confermati, sarebbero di inaudita gravità.
Oltre alla Corte europea, credo sia dovere del Governo, proprio per difendere l’onorabilità delle forze dell’ordine, indagando e non tollerando abusi di potere da parte di alcun esponente in divisa, fare chiarezza su quanto avvenuto in quella circostanza”.
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