Dopo le silenziose lesbosisters di Aprimi il cuore arrivano le lesbomamme musicali. Al Togay 2002, all’uscita della proiezione ufficiale di A mia madre piacciono le donne di Inés Paris e Daniela Fejerman, molti spettatori canticchiavano la divertente canzoncina leit motiv del film il cui refrain è il titolo stesso in originale, A mi madre le gustan las mujeres. Brano che deve aver impressionato anche la giuria (tra l’altro tutta al femminile), che nel dare il massimo premio al film, ha così motivato: «Per la qualità cinematografica, per i personaggi intensi e credibili, per aver rovesciato la tradizionale visione delle dinamiche familiari attraverso un insolito coming out, per la capacità di legare generazioni, classi e nazionalità differenti dando valenza politica ad una commedia romantica senza abbassare il livello del divertimento (grandiosa la canzone!)».
Dopo quasi due anni questa divertente commedia tardo-lesbo-sentimentale approda finalmente nelle sale italiane grazie alla distribuzione della Eagle Pictures. Almodóvar sembra davvero dietro l’angolo, più che altro per la scelta delle protagoniste: la mamma è Rosa Maria Sardà (la cui figlia in Tutto su mia madre era l’omonima Rosa interpretata da Penelope Cruz) e una delle figlie Leonor Watling, l’Alicia in coma di Parla con lei. Qui la Sardà, nei panni della pianista separata dal marito Sofia, non è per nulla sospettosa nei confronti dell’universo gay-lesbo, anzi, è lei stessa omosessuale: come occasione per rivelarlo alle tre figlie approfitta della sua festa di compleanno aggiungendo di essere innamorata di una pianista cecoslovacca molto più giovane di lei.
Loro reagiscono apparentemente bene, dimostrandosi inizialmente progressiste e tolleranti ma lo shock della notizia in realtà ha già minato l’equilibrio di tutte e tre. La più in difficoltà è proprio Elvira, interpretata da Leonor Watling, nevrotica e insicura, che non accetta l’amore della madre, è in cura da tempo da uno psicanalista che la vorrebbe nel letto più che sul lettino e scopre di essere attratta proprio dalla fidanzata della genitrice mentre un incontro con un uomo affascinante va a rotoli proprio per questa sua indecisione di fondo.
Ritmo frizzante, snodi narrativi tendenti al drammatico sciolti in maniera elegante e aproblematica, un coming out ribaltato che fa già tendenza (anche in 101 trasgressioni la mamma cinquantenne è lesbica) per una commedia briosa e scanzonata che riesce a mettere di buon umore. E il lesbismo è finalmente visto come un’alternativa molto naturale, a tal punto che si possono gridare i gusti sessuali della propria madre addirittura in un concerto musicale come nella spassosa scena che ricorda non poco le trasgressive live sessions di Alaska in Pepi, Luci, Bom e le altre ragazze del mucchio di almodovariana memoria. Non perdetevelo, il divertimento è assicurato.
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