Non è più il 3 Ottobre, ma lo scorso venerdì Mean Girls è tornato al cinema.
Undici anni dopo il cult del 2004, Tina Fey ha (ri)portato in vita le ragazze più spietate della scuola North Shore, con nuovi look, nuove battute, e nuove canzoni. Perché Mean Girls nel 2024 è un musical, tratto proprio dall’omonimo Mean Girls The Musical – a Broadway sempre dalla penna di Fey.
Certo, che anche il film fosse un musical non è che l’avessero capito tuttə, e infatti sui social girano i video di gente che sbuffa disperata al cinema davanti la scioccante scoperta. Un po’ colpa loro (Google esiste), ma un po’ anche la Paramount che ha consapevolmente scelto di non promuoverlo come musical per paura di perdere pubblico. Comunque il trucco ha funzionato: il film ha debuttato con 32 milioni di dollari complessivi, appena in tempo per il Martin Luther King Day.
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Ma com’è il nuovo Mean Girls? Il pubblico è diviso: c’è chi l’ha considerato una moderna e fresca rivisitazione del classico, che dà onore ai fan dell’originale e lo ravviva per le nuove generazioni. C’è anche chi ritiene non ce l’abbia fatta e che si regga esclusivamente sulle battute storiche che hanno reso il film del 2004 un pilastro della cultura pop. Sono tuttə d’accordo su un punto: Reneé Rapp è una star.
Per chi non avesse ancora famigliarità, Rapp ha esordito nella serie tv The Sex Life of College Girls, per poi coltivarsi uno zoccolo duro di fan con l’ep Everything to Everyone, e l’album Snow Angel, diventato l’album di debutto di maggior successo nel 2023 per un’artista solista. Perché amano tuttə Rapp? Perché è bionda, ha una voce spettacolare, ed è spudoratamente queer. Così queer che non resiste alla tentazione di chiedere a Rachel McAdams (l’originale Regina George) di uscire insieme in diretta tv e con il sogno di aprire un locale LGBTQIA+ a Los Angeles. A chi continua a contestare la sua bisessualità, Rapp la sbatte in primo piano a scanso di equivoci anche nelle sue canzoni dove canta di traumi da metabolizzare, sbalzi di umore dovuti alla luna in Gemelli, e ragazze che ‘sperimentano’ con te in discoteca e spariscono il mattino successivo.
Così queer che anche la sua Regina George potrebbe esserlo? Nel film sembrerebbe non esserci conferma, ma Rapp ne è sicura: Regina George è decisamente gay e ha una relazione con Janis Ian, stavolta interpretata dall’attrice Auli’i Cravalho.
Nell’originale il personaggio di Janis (interpretato da Lizzy Caplan) veniva dipinto come una lesbica emarginata da tuttə, che solo sul finale si scopriva attratta da Kevin Gnapoor, capo dei matleti, precisino rompipalle. Ma secondo Rapp il fatto che stavolta ci siano non una, ma due attrici queer a riportare in vita questi personaggi fa la differenza: “Penso che quando ci sono persone gay che personificano ppersonaggi canonicamente percepiti come eterosessuali, penso che in qualche modo, diventano intrinsecamente gay” ha detto l’attrice ad Out Magazine.
E il fidanzato Aaron Samuels? Per l’attrice è solo un pezzo di carne da trascinare in giro, un giocattolino che nemmeno le piace davvero. “Sì, quella donna è lesbica” conferma, senza indugi. A chi non è d’accordo, Rapp poco importa: in un’intervista con Them, ha ribadito che questa è la sua interpretazione, il suo personaggio, e lei la vede così.
E chi siamo per contraddirla? Come canta nella colonna sonora, sulle note di Not My Fault affianco Megan Thee Stallion: Can a gay girl get an amen?
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