180 atlete firmano una memoria legale a sostegno delle donne trans nello sport

Tutta colpa dello stato dell'Idaho, che ha approvato una legge che vieta alle donne transgender di competere negli sport scolastici. Legge difesa da Donald Trump.

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3 min. di lettura

Il pallone d’oro Megan Rapinoe, la leggenda del tennis Billie Jean King e altre 174 atlete hanno firmato una memoria legale a sostegno delle ragazze e delle donne transgender che praticano sport.

Ogni giovane, e in particolare i giovani che sono transgender o intersessuali, dovrebbero essere in grado di partecipare pienamente al mondo dello sport“, si legge nell'”amicus brief”, ufficialmente presentato in Hecox v. Little, causa intentata contro lo stato dell’Idaho, che quest’anno ha approvato una legge che vieta alle ragazze e alle donne transgender di competere negli sport scolastici.

Come donne e atlete LGBTQ +“, si legge, “ribadiamo che tutti i giovani meritano pari opportunità di partecipare allo sport insieme ai loro coetanei. Tali pari opportunità avvantaggiano l’intera comunità sportiva“.

La legge dell’Idaho pretende addirittura che l’atleta si sottoponga a esami medici per “dimostrare” di essere una donna a tutti gli effetti. Un medico deve esaminare i genitali, gli ormoni e il DNA dell’atleta, determinando il genere. L’atleta della Boise State University Lindsay Hecox, che è transgender, e l’ACLU hanno intentato una causa federale contro il governatore dell’Idaho Brad Little, neanche a dirlo repubblicano e filo trumpiano, per ribaltare la legge. Al fianco di Lindsay si sono schierate alcune delle atlete più celebri d’America.

Megan Rapinoe, campionessa del mondo in carica con la nazionale USA, ha firmato il verbale al fianco della leggenda del tennis Billie Jean King, vincitrice di 39 titoli del Grande Slam e insignita della Presidential Medal of Freedom nel 2009.

Non c’è posto in nessuno sport per discriminazioni di alcun tipo“, ha scritto Billie Jean King. “Sono orgogliosa di supportare tutti gli atleti transgender che vogliono semplicemente ottenere l’accesso e l’opportunità di competere nello sport che amano”. “La comunità atletica globale diventa più forte quando accogliamo e sosteniamo tutti gli atleti, inclusi gli atleti LGBTQI +.”

La memoria sottolinea il valore dello sport, soprattutto per gli studenti, quando si tratta di apprendere il lavoro di squadra, gestire lo stress, abbracciare l’accettazione e acquisire esperienza con la leadership.

Sono grata che quando ho capito di essere lesbica, non ho dovuto allontanarmi dallo sport che amavo“, ha scritto Lori Lindsey, membro della squadra nazionale di calcio femminile degli Stati Uniti e altra firmataria. “Ho ottenuto l’enorme dono di essere pienamente me stessa e di mostrare agli altri atleti LGBTQ + che c’è un posto per tutti loro nello sport“.

Questa legge va contro i principi fondamentali di uguaglianza e diversità nello sport“, conclude la memoria. L’amministrazione Trump, ovviamente, ha depositato un’altra memoria in relazione al caso, difendendo la legge dell’Idaho perché a detta del tycoon difende le persone cisgender dagli atleti transgender. A seguire tutte le atlete firmatarie.

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bacibaci 25.12.20 - 16:25

Ti spieghi benissimo ed io ti capisco benissimo. 1)Tu scrivi che per te contano solo i famosi criteri federali (righe 3-4 dell'ultimo commento) ed aggiungi: FINE DELLA STORIA. E no!! La storia non finisce lì. Perchè i criteri ai quali dici di affidarti vengono applicati ed in base ad essi succede che MtoF sono escluse dalle competizioni femminili. Il punto non sono i criteri, il punto è che succede dopo che si applicano questi criteri! 2)Quindi, se applicando i criteri a cui dici di affidarti, una MtoF , facciamo Mariuccia, non supera questi criteri, tu che le dici a Mariuccia? Ce l'hai il coraggio di dirle che é giusto escluderla dalle gare femminili? e se è giusto escluderla, dopo averle detto che è giusta la sua esclusione, che le dici? : niente gare con le altre MtoF perchè sarebbe un ghetto, meglio che non facciate affatto sport agonistico? 3) Io lo so che non sei stupido e proprio perchè non sei stupido devi avere il coraggio di trarre le conseguenze, morali e pratiche, del tuo affidarti ai parametri federali. 3A)Sul piano morale affidarsi a questi criteri significa affermare che è giusto escludere le MtoF dalle gare femminili, se non soddisfano quei criteri. L'esclusione delle MtoF dalle gare femminili non solo non sarebbe un'insopportabile discriminazione, ma sarebbe un atto di giustizia. Questa la conseguenza dell'affidarti ai criteri scientifici. 3B) sul piano pratico, questa è la tua posizione alla fine della fiera, che preferisci dire a Mariuccia e a tutte le atlete MtoF come lei, che non superano i criteri a cui dici di affidarti, che non devono fare sport agonistico, visto che non possono gareggiare nè con M nè fra di loro(ghetto) nè con le F perchè non superano i criteri a cui tu hai detto di affidarti. L'idea che sia meglio escluderle in toto dall'agonismo invece che creare un percorso ad hoc è proprio un'idea tua, non capisco perchè, ma non hai sentito la necessità di argomentare in merito alla preferibilità del niente sport agonistico rispetto alle gare ad hoc. Prendo atto. Buon Natale pure a te.

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    Anonimo 25.12.20 - 20:01

    Prima di tutto buon Natale. Tornando a questo scambio ormai infinito, ancora una volta mi sento frainteso da te. Vediamo se questa volta riesco ad essere più chiaro. Non posso e non voglio rispondere alla tua domanda per un motivo semplicissimo: non sono un'atleta trans MtoF e quindi non posso sapere cosa preferirei fare qualora non rientrassi nei parametri stabiliti dalla mia federazione sportiva per competere con le altre donne. Facendo uno sforzo di immedesimazione penso che assolutamente NON vorrei e non potrei gareggiare con gli uomini dal momento che sono una donna trans; al tempo stesso penso che vedrei la gara con altre atlete trans che non rientrano nei parametri come una sorta di ghetto delle escluse. Ma ripeto, le mie sono solo mere supposizioni/speculazioni campate per aria e per questo, nella mia ignoranza di uomo cisgender, non mi resta che fare affidamento sulle regole stabilite da chi ha più competenze di me ma soprattutto ascoltare la voce delle atlete trans. Credo infatti che la tua domanda "cosa fare con le atlete trans che non rientrano nei parametri e che quindi sono escluse dalle gare femminili?" vada rivolta direttamente alle atlete trans, non a me che non lo sono e quindi non so cosa si prova. Smettiamola di trattarle da oggetto della conversazione e trattiamole da soggetto quali per altro sono e dovrebbero essere. Spetta a loro dire cosa preferirebbero fare in caso di esclusione dalle gare femminili. Per esempio Valentina Petrillo (cito sempre lei perché al momento è l'unica atleta trans di cui ho letto e sentito diverse interviste) dice che, qualora un domani non dovesse più rientrare nei parametri stabiliti dalla World Athletics, smettere di fare agonismo. Dell'ipotesi gara "ghetto" con altre trans escluse non ha mai parlato. L'ho sentita per la prima volta qui da te e così, a pelle, non mi convince ma, ripeto, non essendo direttamente coinvolto, la mia opinione non conta. Bisognerebbe sentire l'opinione delle atlete trans. Mi rimetto a loro.

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Anonimo 24.12.20 - 18:35

I casi sono due: o non riesco a spiegarmi sufficientemente bene oppure tu non capisci (o fingi di non capire) quello che scrivo. Per l'ennesima volta ti ripeto che i criteri di di ammissione o di esclusione dalle gare sono già stabiliti dalle federazioni sportive, per me contano solo quelli, non ciò che posso pensare io. Fine della storia. Quando mai ho scritto che non mi piace ciò che dice la scienza, di cui, secondo te, me ne fregherei?! In tutti i commenti, compreso questo, ho ribadito che per me contano solo ed esclusivamente i parametri stabiliti su basi tecnico-scientifici dalle federazioni sportive, quindi esattamente il contrario di cui mi accusi. Smetti di travisare il senso delle mie parole, per favore. Soprattutto chiudiamola qui, questa discussione ha smesso di avere senso da molto tempo. Forse non ne ha mai avuto visti i tuoi continui fraintendimenti e pregiudizi nei miei confronti. Stammi bene e buone feste!

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bacibaci 24.12.20 - 10:52

1)Non hai risposto alla domanda, infatti non mi hai detto chiaro e tondo cosa vuoi fare per quelle atlete che non soddisfano i criteri fissati dalle federazioni e dalle rispettive commissioni tecnico-scientifiche per competere nelle gare femminili. 2A) ti ricordo che hai definito la possibilità di farle gareggiare tra loro una soluzione ghettizzante 2B) se proponi di farle gareggiare cmq con le F allora stai dicendo che ti affidi alla scienza ma siccome non ti piace ciò che dice la scienza, alla fine te ne freghi della scienza 2C-2D) proponi dunque di non farle gareggiare affatto o di farle gareggiare con gli M? soluzioni che mi pare non ti piacciano viste le parole della Caruso richiamate nel primo commento. Sto aspettando che mi dici cosa faresti con le atlete MtoF che non soddisfano i criteri federali-scientifici, non ti ho chiesto quali sono questi criteri.

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Anonimo 24.12.20 - 7:05

Ancora?! Ma perché ti ostini a fare sempre le stesse domande a me quando i dubbi che hai sono stati già ampiamente chiariti da diverse federazioni sportive che, dopo ricerche e studi portati avanti da commissioni tecnico-scientifiche decisamente più affidabili e attendibili rispetto alle nostre chiacchiere nella sezione commenti di un sito, hanno preso delle decisioni su questo tema?! Ti ho fatto l'esempio dei parametri stabiliti dalla World Athletics ma potrei farne altri perché, ripeto per l'ennesima volta, sono diversi gli sport in cui atlet* trans gareggiano secondo le regole decise dalle rispettive federazioni. Vale anche per le olimpiadi e le paraolimpiadi. Se queste regole non ti bastano o non ti convincono non so che dirti, scrivi direttamente alle federazioni sportive, vediamo cosa ti rispondono. Diversamente trovo tutta questa discussione inutile e surreale. Inoltre sei andato completamente fuori tema. L'articolo sotto cui stiamo commentando parla della legge di uno stato americano che vieta DEL TUTTO alle trans MtoF di gareggiare in ambito SCOLASTICO, quindi proprio nella fascia di età in cui la transizione incide maggiormente sui corpi in formazione che tanto ti ossessionano. In Idaho manco si interrogano in quale categoria farle gareggiare come stai facendo tu, quando per altro, ripeto per la millesima volta basterebbe seguire le regole delle varie federazioni, ma vietano loro la partecipazione e questa è una forma di discriminazione e violenza transfobica, non a caso perpetrata e difesa da quegli schifosi di repubblicani, Trump in testa. Si tratta di mera ideologia politica che nulla ha a che fare con discorsi tecnico/scientifici. Non ci dovrebbe essere molto altro da aggiungere.

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bacibaci 24.12.20 - 0:44

A seguito del trattamento ormonale etc, al corpo delle persone MtoF che succede? 1) il problema non è semplicemente se c'è stata una riduzione della massa muscolare- di quanto? il termine riduzione è quantitativamente vago-, delle prestazioni nei 100 m etc. il punto è se i corpi sono comparabili e decidere in base a quali parametri valutarne la comparabilità, che è quello che hai detto pure tu. 2) la domanda, a cui non hai risposto e che ti rifaccio era: trovati ed applicati questi parametri scientifici, ci sono casi in cui questi corpi, cioè di MtoF e di F, restano cmq incomparabili? In cuor tuo sei disposto ad accettare una ipotetica risposta per cui , in base alle attuali possibilità scientifiche, ci sono casi, tanti o pochi, la stragrande maggioranza o un'esigua minoranza, in cui questi corpi restano incomparabili? 3)Se ci son questi casi, cosa hai intenzione di fare per queste persone MtoF il cui corpo, tenuto conto dei parametri scelti e dei trattamenti attualmente disponibili, non è comparabile a quello delle F? E la tua risposta non può essere :"non so con precisione cosa dice la scienza", perchè la domanda è: nell'eventualità che la risposta scientifica sia che ci sono casi in cui i corpi sono incomparabili, tu che suggerisci di fare per questi casi? Hai solo 4 opzioni, gareggiare con M, con F ,una gara a parte o nessuna gara. Io mi sono rimesso completamente alla scienza, se la scienza mi dice che sono comparabili bene, se mi dice che non lo sono, ne prendo atto e concludo che non trovo giusto che gareggino insieme Mto ed F., visto che sono incomparabili. Se la scienza ti dice che non sono comparabili che fai? il mio sospetto è che tu non sia emotivamente disposto ad accettare questa risposta.

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Anonimo 23.12.20 - 23:26

Ti rispondo che per fortuna non spetta né a me né a te decidere i criteri e i parametri secondo cui le/gli atlet* trans possono gareggiare. A stabilirli sono le varie federazioni sportive, attraverso ricerche condotte da esperti che, ovviamente, non siamo né io né te. Per esempio la World Athletics ha fissa come parametro per le atlete trans FtoM una concentrazione certificata di testosterone inferiore a 5 nmol/L in 12 mesi continuativi. Il motivo è che, come per altro scritto anche nel pezzo che ho postato e che temo tu abbia letto distrattamente, "gli inibitori di testosterone che fanno parte della terapia di una donna trans riducono la massa muscolare". A confermare gli effetti della terapia ormonale sull'attività sportiva sono proprio le atlete trans come per esempio Valentina Petrillo che dice di aver perso otto decimi nei 100 m, oltre un secondo e mezzo nei 200 metri, dodici secondi nei 400 metri, oltre alla contrazione della massa muscolare. Ripeto, basterebbe ascoltare e conoscere le storie delle/dei atlet* trans e rispettare le decisioni prese su basi tecnico/scientifiche dalle varie federazioni sportive, anziché ipotizzare discriminanti competizioni ghetto che non hanno basi scientifiche ma servono solo a rassicurare la transfobia di certe persone.

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bacibaci 23.12.20 - 20:30

1) lo sport non è solo massa muscolare? non è una grande scoperta e non è quello che ho detto io. Il punto è che la differenza tra corpi maschili e femminili non porta di per sè differenze in termini di abilità strategiche etc, ma di massa muscolare e dunque proprio perchè è questa la differenza tra corpi maschili e femminili, è della rilevanza di questa differenza in ambito sportivo che bisogna parlare. 2) io ho parlato più volte di possibilità mediche attuali o future, righe, 6,14,18, 21,31 il che significa che bisogna vedere cosa la scienza consente oggi o consentirà domani, cioè: a) o un corpo omogeneo ed allora nulla quaestio b) oppure la scienza non riesce ad impedire che la differenza tra MtoF ed F rimanga, in pratica un corpo cmq maschile in termini di forza etc. Nel caso a) non c'è motivo di fare gare separate, nel caso b), che piaccia o non piaccia, nonostante la transizione "tardiva", una differenza rilevante è rimasta. La soluzione non è per forza, contrariamente a quanto detto da Caruso, gareggiare col sesso assegnato alla nascita o non gareggiare affatto, visto che le persone transgender possono avere competizioni ad hoc. Il punto è che questa opzione, che è quella più ragionevole, perchè vede le differenze che ci sono e ne tiene conto, verrebbe venduta da un pezzo di comunità lgbt come ghettizzazione. Per essere chiari. Se grazie alla scienza abbiamo 2 Mto F, una con un esito tale da essere equivalente ad un corpo femminile ed un'altra no, che facciamo? perchè per me la risposta è che la prima può ovviamente gareggiare con le femmine, ma l'altra no. Siccome anche l'altra ha diritto di praticare sport si dovrebbe organizzare un torneo ad hoc. Tu che rispondi? Siccome lo sport non è solo muscoli, mettiamo MtoF più alte, più forti etc delle F a fare i 100 m dorso o le gare di basket e chi vince vince?

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Anonimo 23.12.20 - 18:49

Quante parole per cercare di giustificare un'insopportabile discriminazione. Riporto di seguito quanto scritto da Antonia Caruso proprio su questo tema, perché noi persone cisgender dovremmo imparare ad ascoltare le persone trans, anziché arrogarci l'odioso privilegio di deciderne l'ammissione o l'esclusione dalle competizioni in base a una possibile, eventuale reazione negativa delle persone eterocisgender: "È innegabile che un atleta di sesso maschile abbia una struttura muscolare sviluppata e potenziata, anche in base al tipo di allenamento, ma è anche vero che non tutti i maschi sono uguali, con la stessa corporatura o struttura ossea. Le terapie ormonali sostitutive non cambiano il corpo solamente sul piano morfologico, modificando i lineamenti e ridistribuendo i grassi, ma agiscono anche sulla densità ossea e sui muscoli. Gli inibitori di testosterone che fanno parte della terapia di una donna trans riducono la massa muscolare. Non è possibile calcolare un coefficiente di mutazione fisso né fare una previsione puntuale per tutte le persone che seguono una Tos, la terapia ormonale sostitutiva: ogni corpo reagisce in maniera diversa ai vari tipi di farmaci disponibili per la Tos. Lo sport, però, non è solo una questione di massa muscolare, ma è anche gioco, tattica, strategia, capacità di prevedere e relazionarsi con l’avversario, gioco di squadra. Ridurre tutto a una questione di Dna o di livelli ormonali è squalificante per la professionalità di queste persone. Che sia giusto o sbagliato, chi critica l’accesso alle competizioni alle atlete e agli atleti trans non offre una soluzione alternativa. Le due soluzioni ipotizzabili sono la competizione nelle gare del genere assegnato alla nascita o l’interdizione totale dalle competizioni. Se l’obiettivo dell’esclusione delle sportive trans dalle gare femminili è garantire l’equità nella competizione, bisognerebbe anche ricordarsi che non è per niente equo nei confronti di atleti e atlete che hanno intrapreso un percorso di transizione".

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bacibaci 23.12.20 - 13:05

Il punto è proprio la parità di opportunità. Piaccia o non piaccia, i corpi maschili sono di norma più forti, veloci, resistenti etc di quelli femminili. In caso di MtoF quindi si pone il problema della equità di far gareggiare chi ha un corpo maschile con chi ha un corpo femminile. Nel caso di uomini adulti che fanno la transizione, la partecipazione a gare femminili è ingiusta perchè, al di là del singolo episodio e delle condizioni del singolo atleta, la maturazione del corpo in senso maschile si è completata e la transizione non può, in base alle possibilità mediche di oggi, far diventare, diciamo, una massa muscolare maschile femminile. Capisco che possa essere molto doloroso e frustrante per un transgender ritrovarsi isolato, ma la soluzione forse è aiutare le persone a fare transizioni precoci, in caso di transizioni tardive, la soddisfazione del desiderio di gareggiare con altre donne costituisce un'ingiustizia sportiva. Immaginiamo che, non so, gli ultimi ori olimpici nel nuoto, dai 100 rana alle staffette etc, facciano tutti la transizione e che partecipino alle olimpiadi successive con le donne. Stravincerebbero i transgender tutte, ma proprio tutte le competizioni femminili. Immaginate che non siano gli ori olimpici, ma atleti di seconda o terza fila o quarta fila, il risultato non cambierebbe. Possiamo chiudere gli occhi e battere i pugni sul tavolo quanto ci pare ma la competizione è una cosa seria e le possibilità mediche attuali sono quelle che sono. Transizioni tardive danno certi risultati, bisogna prenderne atto e questa cosa è rilevante in ambito sportivo. Nel caso di giovanissimi in età scolare, per me si deve applicare lo stesso criterio, cioè tenere conto di ciò che la scienza permette di ottenere. La gara deve essere equa. Ritrovarsi con gare su gare, femminili, vinte da adolescenti transgender è la cosa più dannosa che possa esserci per il miglioramento dell'accettazione dei transgender. Dimenticarsi i corpi, lo ribadisco, è una cosa che non si può fare, porta a sbattere. Se la medicina oggi consente certi risultati, è sulla base dei risultati medici attuali che bisogna paramentrare la questione dell'ammissione di MtoF a gare femminili, dire che sono femmine come le altre, senza considerare i loro corpi, è falso e più si spingerà in questa direzione e peggio sarà per i transgender. Quando nelle gare di nuoto per liceali i transgender faranno man bassa di premi, cosa pensate che succederà? che le persone diranno viva l'uguaglianza e la tolleranza o diranno che è un inganno affermare che sono uguali alle loro figlie? ed avranno ragione, perchè se fossero uguali, non farebbero man bassa di premi. Se oggi non è così, è solo perchè il numero di transgender è bassissimo fra gli adolescenti, specie fra gli atleti e perchè ci sono problemi legali come in questo caso, ma la direzione in cui la comunità lgbt sta spingendo è proprio questa, è un boomerang ed un boomerang in fronte può fare molto male. E' sulla base di ciò che la scienza permette di avere oggi che bisogna trovare una risposta, non in base ad una cieca idea di uguaglianza, cieca perchè non vuole vedere che i corpi,con la scienza di oggi, non sono uguali e siccome si gareggia usando il proprio corpo, non mi pare giusto ostinarsi a non voler vedere questi corpi e queste differenze. Giusto per capire di cosa stiamo parlando, la Hosszu, oro olimpico nei 100 dorso a Rio, non avrebbe superato neppura una gara preliminare nei 100 dorso maschili. Il tempo della vincitrice olimpica su 40 tempi maschili, considerando le 5 gare preliminari con 8 partecipanti ciascuna, sarebbe arrivata 37esima ed i 3 che le stanno dietro si devono al fatto che partecipano atleti di fascia molto bassa di paesi senza una grande qualità sportiva per ragioni, diciamo ecumeniche, cioè si vuol consentire a paesi africani, asiatici etc , di essere coinvolti alle olimpiadi, mandando un proprio rappresentante ai giochi, anche se fa tempi con cui in altri paesi si sarebbe tagliati fuori dalle gare nazionali o regionali. In pratica l'oro olimpico femminile, se dovesse gareggiare con gli uomini, non ci arriverebbe proprio alle olimpiadi. Qui le gare maschili di Rio 2016, 100 m maschili. https://www.olympic.org/rio-2016/swimming/100m-backstroke-men Qui i 100 m rana femminili. https://www.olympic.org/rio-2016/swimming/100m-backstroke-women

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