Oggi 55enne, Sinéad O’Connor è stata una delle voci simboli degli anni ’80, con due album entrati nell’immaginario collettivo. The Lion and the Cobra, folgorante esordio del 1987, e soprattutto I Do Not Want What I Haven’t Got, capolavoro inserito nella classifica di Rolling Stone dei 500 migliori album di tutti i tempi alla posizione numero 406, con l’iconica Nothing Compares 2 U a segnare il 1990.
Vinto il Grammy Award al miglior album di musica alternativa nel 1991, con Sinéad che si rifiuta di ritirare il premio, O’Connor va lentamente incontro ad una prima crisi, alle prime polemiche, con immancabile e irreversibile stop produttivo e commerciale.
Nel 1992 pubblica il suo terzo album Am I Not Your Girl?, che non ottiene certamente il medesimo successo dei due precedenti dischi, ma è il 3 ottobre del 1992 che Sinéad osa fare l’inosabile. In diretta al Saturday Night Live, O’Connor cambia inaspettatamente le ultime parole di War di Bob Marley per riferirsi esplicitamente al problema della pedofilia che sta travolgendo alcuni esponenti della Chiesa cattolica negli Stati Uniti d’America.
Al termine della canzone Sinéad strappa davanti alle telecamere una foto di Papa Giovanni Paolo II, dicendo con fermezza “combatti il vero nemico” (Fight the real enemy). Quella sera, checché se ne dica, la carriera di O’Connor va incontro alla sua anticipata conclusione. Due settimane dopo Sinéad partecipa ad un concerto dedicato ai trent’anni di carriera di Bob Dylan e viene insultata dal pubblico presente al Madison Square Garden. Successivamente, purtroppo, non c’è mai stata una concreta inversione di tendenza. Ordinata prete da un movimento cattolico indipendente, decidendo di farsi chiamare Madre Bernadette Mary, O’Connor annuncia l’intenzione di abbandonare l’industria discografica nel 2003, per poi pubblicare quattro dischi. L’ultimo dei quali, I’m Not Bossy, I’m the Boss, nel 2017.
Tentato il suicidio nel 2017, nel 2018 si converte all’Islam adottando il nome di Shuhada’ Davitt. Nel 2021 esce la sua autobiografia Rememberings, mentre il 7 gennaio del 2022 viene ritrovato morto il figlio Shane, di soli 17 anni, avuto da una relazione col cantante folk Donal Lunny. Il ragazzo era scomparso da due giorni, dopo essere scappato da un centro psichiatrico dove era ricoverato per aver manifestato tendenze suicide.
Esattamente 30 anni fa Sinéad o’Connor andava incontro alla fine della propria carriera per aver denunciato ciò che il mondo scoprì drammaticamente solo successivamente. Lo scandalo dei preti pedofili all’interno della Chiesa cattolica, deflagrato a Boston nel 2002, ovvero nove anni dopo la denuncia fatta da Sinéad in diretta tv. Tre decenni dopo quel memorabile live, nessuno le ha ancora mai realmente chiesto scusa.
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