C’era fermento all’anteprima italiana a Milano de ‘La répétition‘ di Catherine Corsini presentato durante la rassegna ‘Cannes e dintorni’ che ha portato in territorio meneghino vari titoli della selezione del festival francese:
non solo perché arrivava in Italia con gli allori simbolici per il suo inserimento nel prestigioso concorso ufficiale di Cannes 2001, ma anche perché mai si era vista Emmanuelle Béart (foto) in versione disinibita e bisex, per di più insieme a quel bellissimo daino canadese dal visetto triangolare che è Pascale Bussières (foto sotto, già fascinosa lesbica in ‘When night is falling‘ di Patricia Rozema e recentemente vista al Festival Gay di Milano nel premiato ‘Emporte-moi‘ in cui interpreta la mamma della brava Karine Vanasse).
La storia intriga: l’amour fou, estremo e non conciliato, di una donna per la sua migliore amica, probabilmente etero. Un grande legame durante l’infanzia, i giochi, le prove di teatro d’avanguardia insieme, gli scherzi al mare durante le vacanze, poi l’innamoramento di Louise per Nathalie che invece si diverte con i ragazzi: una bisticciata e addio, a mai più. E Louise decide di farla finita, tagliandosi le vene ma non riuscendo nell’intento.
Dieci anni dopo si rincontrano: Nathalie è diventata un’attrice di successo e Louise, che si è sposata con un ragazzo di colore (Sami Bouajila, il protagonista di ‘Drôle de Félix‘, vincitore al Festival Gay di Milano prossimamente nelle sale) e lavora con lui come odontotecnica, assiste a un suo spettacolo e la rivede nei camerini. La seguirà a Copenaghen dove Nathalie è in tournée mentre lei si inventa un convegno di dentisti. Tornerà ad essere la sua migliore amica, l’unica vera confidente, ma dopo essere state a letto insieme Louise si insinuerà a tal punto nella vita di Nathalie da farle avere grazie a uno stratagemma un importante ruolo nella Lulù di Wedekind ma compromettendo per sempre la sua relazione con un regista teatrale e isolandola da tutti. Quando Nathalie cercherà di liberarsi per sempre di Louise sarà (forse) troppo tardi: Louise non può più vivere senza di lei.
Giocato ossessivamente sul concetto della ‘ripetizione’ (il doppio incontro delle protagoniste, le due prove-chiave a teatro, l’ultimo doppio sguardo su Nathalie e il manifesto che la ritrae mentre l’automobile fa due giri), vanta due interpretazioni magistrali – e a Cannes la coppia B.B., Béart-Bussières, stava per soffiare la Palma alla Huppert de ‘La pianiste‘ – affrancate da due splendidi ruoli in cui emergono l’incontrollata caparbietà amorosa di una donna disposta a tutto per assecondare la sua passione (ma per vendetta o per restare da sola con l’amata per sempre rischierà di farla morire) e la smodata vitalità dell’altra che verrà risucchiata dall’amore per il teatro a discapito delle sue emozioni interiori. Bellissima l’unica scena di sesso, breve, intensa e selvaggia, in cui i due corpi uniti e febbricitanti sono indistinguibili e privi di identità.
‘La ripétition‘ sarà probabilmente nelle sale italiane in autunno. Le ragazze non possono perderselo. E ci sarà chi vorrà RIvederlo.
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