ndr: In queste settimane abbiamo assistito alla messa in pratica dell’iniziativa del Partito Gay. Che propone referendum abrogativo parziale della legge sulle Unioni Civili come strategia di avvicinamento all’istituto del matrimonio egualitario in Italia. Parallelamente abbiamo indagato su come si stia muovendo il Partito Democratico sullo stesso tema. (gf)
Quella sul “Matrimonio Egualitario” è una storia di potere all’italiana.
“Il matrimonio per tutti indebolisce potere e consenso”. Per anni è stato questo il mantra del centro-sinistra che ha messo la proposta sotto il tappeto, come si fa con la polvere.
Sostituta da soluzioni indigeribili: Pacs, Di.Co e altri surrogati.
Nel mezzo ci sono stati quelli che hanno usato la proposta come offesa: per superare gli avversari a sinistra durante le primarie, per distinguersi in un marasma di posizioni in fondo tutte uguali. Ma nei fatti, nel programma del più grande partito del centro-sinistra (“nato con la cultura di governo e per governare” si diceva nel 2007), la proposta di allargare a chiunque l’istituto del matrimonio non è mai entrata. Dopo l’approvazione delle unioni civili in Italia, l’obiettivo matrimonio egualitario è stato rimosso dal discorso pubblico. Defenestrato dal programma del Pd guidato allora da Matteo Renzi nel 2018 (“Sono solo bandierine”).
Oggi il tempo cambia e riscrive le dinamiche del partito e la sua grammatica politica. L’obiettivo matrimonio egualitario è pronto ad entrare nell’agenda del Partito Democratico. Come raccontano da mesi le mosse dentro la segreteria del partito e i suoi dirigenti.
Il “matrimonio egualitario” è presente nelle “Agorà democratiche”, la nuova piattaforma digitale per la democrazia partecipativa che il leader Pd, Enrico Letta, ha presentato nei mesi scorsi. Ed è destinato ad entrare nel programma del partito per le elezioni del 2023.
L’Agorà è promossa dal dem Sergio Lo Giudice e dal giurista Angelo Schillaci, d’intesa con il Dipartimento Diritti del PD. Le proposte che entreranno nell’agenda del PD, se votate dalla maggioranza degli iscritti, sono due: una punta a rivoluzionare il diritto di famiglia, che diventa eguale e inclusivo adeguandosi all’evoluzione dei modelli familiari, sempre più plurali e lontani dagli assetti tradizionali. Quindi non solo matrimonio egualitario, anche riconoscimento pieno del ruolo della genitorialità.
La seconda proposta contiene al suo interno il problema del contrasto dei crimini d’odio, la modifica del 164 in materia di rettificazione anagrafica , gli interventi anti-discriminatori orizzontali che impediscono l’accesso beni e servizi tra privati (pensiamo all’affitto negato a una coppia gay) e ancora educazione e formazione.
“Sono proposte che bisogna fortemente sostenere- dice a Gay.it il professore Angelo Schillaci– Possono iscriversi tutti, non serve essere tesserati PD. Il successo di queste proposte dipenderà dal consenso che otterranno. Anche se” accenna Schillaci: “il lavoro politico in atto dentro il Partito Democratico punta ad ammettere il matrimonio ugualitario. Personalmente il mio lavoro è portare la piattaforma del PD su posizioni egualitarie. E le Agorà servono per questo”.
L’impegno dunque c’è. E segna una svolta all’interno del Pd come conferma la senatrice Monica Cirinnà, responsabile Diritti del Pd: “Il matrimonio egualitario arriverà, come è arrivato in tutti i paesi europei. Prima ci sono state le unioni civili, poi il matrimonio. Sicuramente il grandissimo impegno e la spinta valoriale che Enrico Letta ha dato sui diritti e la prova provata l’abbiamo avuta nella battaglia sulla legge Zan, dimostra che il PD finalmente su diritti e uguaglianza non accetta più compromessi”.
Quando le si fa notare che il Pd è stato decisamente incerto e malsicuro in passato, la senatrice risponde: “All’epoca il segretario era Matteo Renzi, ricordo che c’era una responsabile diritti che non ha mai spinto sul matrimonio egualitario, mai sull’uguaglianza piena. Il lavoro che oggi stiamo facendo insieme al segretario Enrico Letta, Laura Boldrini, Alessandro Zan è sotto gli occhi di tutti. C’è un nuovo Pd composto da parlamentari e dirigenti nazionali pronti spingere su matrimonio egualitario totalmente diverso dal 2018. Il voto sulla piattaforma Agorà però sarà fondamentale. Va dimostrato che questa è la realtà che il Paese vuole. Io vorrei che la legge 76/2016 sulle unioni civili diventasse inutile perché non ci sono da fare modifiche o ampliamenti, c’è da toglierla di mezzo. Matrimonio civile per tutti, quello del codice civile”.
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