Algeria: un blogger gay minacciato di morte dai suoi stessi compagni universitari

Anouar Rhamani, intervistato da Têtu, racconta come la sua vita sia in costante pericolo: il suo sogno è quello di un'Algeria moderna e inclusiva.

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3 min. di lettura
Anouar Rhamani è stato minacciato di morte perché difende sul web i diritti delle persone LGBT. In alcuni paesi, difenderli è ancora motivo di persecuzione e morte. Spesso nell’indifferenza dei paesi europei, dove le sottese persecuzioni della comunità gay sono un male minore, che viene spesso sottaciuto per via di interessi politici superiori

Anouar Rhamani ha 22 anni e studia all’università algerina di Tipaza. Nel suo blog, Journal d’un Algérien hor du commun, si fa portavoce della libertà di espressione nonché del rispetto dei diritti umani nel suo paese. È uno dei pochi attivisti a parlarne apertamente. In un paese soffocato dall’esercito e dalla religione, dove la stampa ha la museruola di regime e dove le condizioni di vita delle persone LGBT sono inconcepibili, le sue parole sono pietre lanciate nel vuoto.

Anouar infatti non deve solo difendersi dagli integralisti islamici, ma persino dai colleghi e dai professori della sua università: tutti terrorizzati dal fatto di poter essere considerati complici nel diffondere idee contrarie alla morale.

Ad oggi esiste solo una ONG irlandese che ha pubblicamente espresso supporto ad Anouar per le sue idee: Front Line Defenders è infatti impegnata nella difesa dei militanti che difendono i diritti dell’uomo.

Riportiamo alcuni estratti dell’intervista rilasciata al media francese Têtu (qui per l’intervista completa in lingua).

***

Sono Anouar Rhamani, scrittore, blogger e militante per i diritti umani in Algeria, la mia terra. Mi batto per i valori della coesistenza, l’accettazione delle differenze dentro la società e lotto contro tutte le forme di discriminazione. Mi batto per un progetto sociale moderno di società algerina pubblicando articoli analitici sulle condizioni di vita attuali. L’intento non è solo quello di far fiorire il pensiero intellettuale, ma anche di costruire una Algeria più grande, un paese di valori come la tolleranza e la coesistenza, valori alquanto assenti al momento.

 

Quale è la condizione delle persone omosessuali in Algeria?

La maggior parte delle persone LGBT algerine vivono in una situazione di ipocrisia, ma nello stesso tempo l’omosessuale algerino limita la sua situazione al solo atto sessuale, non vuole vedere che il problema è una questione d’esistenza né tantomeno questione di diritti; per arrivare al paradosso che quando chiedi a un gay algerino di battersi per i diritti umani, i suoi diritti, si rifiuta perché non si accetta come gayPertanto danneggia solo se stesso! In una situazione tale, i gay algerini negano la loro identità e i loro diritti per far piacere alla società.

Perché hai deciso di prendere la parola per reclamare più eguaglianza e tolleranza in un contesto così difficile e pericoloso?

Perché ho trovato tutto il mondo dentro uno stato di silenzio. Non potevo più aspettare gli altri. Ho voluto prendere questa iniziativa nonostante la mia giovane età. Non potevo più accettare questo atteggiamento, di un paese che ha perso la sua umanità. Questo paese oggi è una immensa prigione, le persone non possono vivere nella maniera che vogliono. Tutto quello che è bello è stato distrutto e gli oscurantisti hanno vinto. Siamo tutti contagiati da un virus che trasforma le cellule differenti in cellule soggette al potere dell’ignoranza e della discriminazione sin dall’educazione scolastica.

Non hai paura per la tua vita?

Io non vorrei mai dover abbandonare il mio paese, ma persino l’unione degli studenti universitari, i miei compagni di corso, mi hanno denunciato per promozione del ateismo e dell’omosessualità. Sono stato convocato da un imam che mi ha pubblicamente attaccato per aver difeso il Festival el Manara che lui aveva proibito per “difendere la tradizione culturale”. Immaginate il peso di queste calunnie in una società come la nostra dove il potere religioso è così forte. Ormai non conto più le minacce di morte e sì, la mia vita non è difesa da nessuna autorità.

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