Come ogni anno ogni 22 maggio la comunità LGBTQIA+ internazionale celebra l’Harvey Milk Day, per ricordare la nascita di Harvey Milk, pioniere e politico gay diventato tragicamente martire. Eroe del movimento per i diritti LGBTQ+, Milk, che quest’anno avrebbe compiuto 94 anni, è stato il primo componente delle istituzioni statunitensi apertamente gay, a fine 1977, ovvero 4 anni dopo Kathy Kozachenko, prima persona dichiaratamente LGBT ad essere eletta ad una carica pubblica d’America, nel consiglio comunale di Anna Arbor, Michigan. Il 27 novembre del 1978, Harvey Milk veniva assassinato.
Poco meno di un anno prima Harvey giurava come consigliere comunale di San Francisco, dopo 3 candidature andate a vuoto. Alla quarta Milk riuscì nell’impresa, dichiarando da subito guerra alla tristemente celebre Proposition 6, che avrebbe permesso il licenziamento degli insegnanti dichiaratamente gay in base alla loro identità sessuale. Il “sindaco di Castro Street”, come Milk venne ribattezzato, rimase in carica solo 11 mesi, perché il 27 novembre del 1978 venne ucciso all’interno del Municipio insieme al sindaco di San Francisco, George Moscone, dall’ex consigliere comunale Dan White, pochi giorni prima dimissionario a seguito dell’entrata in vigore di una proposta di legge sui diritti dei gay. Il sindaco aveva deciso di non riconfermarlo. White si presentò in municipio con una pistola e 10 caricatori in tasca. Provò a far cambiare idea al primo cittadino. Dinanzi al secco rifiuto di una riconferma, lo ammazzò. Successivamente andò da Milk, lo invitò nel suo studio e gli sparò tre colpi di pistola, uno alla mano destra e due al petto. Con Milk a terra, lo finì con due colpi in testa. Quella sera oltre 30.000 persone scesero in strada spontaneamente, con un lume di candela tra le mani, in memoria del consigliere Harvey Milk e del sindaco George Moscone. White fu riconosciuto colpevole di omicidio volontario, con l’attenuante della seminfermità mentale, e condannato a sette anni e otto mesi di prigione. Scarcerato nel 1984, si suicidò nel 1985 nel garage della casa di sua moglie, asfissiandosi coi gas di scarico.
Da quel maledetto 27 novembre del 1978 Harvey Milk è diventato un volto simbolo dei diritti, un vero e proprio martire della comunità LGBT, che pagò con la propria vita le proprie battaglie. Figlio di immigrati lituani, Milk, di Long Island, New York, nacque il 22 maggio del 1930. Laureatosi nel 1951 presso l’Albany State College for Teachers, trascorse gli anni scolastici da gay non dichiarato. Dopo la laurea si arruolò nella Marina degli Stati Uniti. Milk ha servito la Marina per quattro anni, prima che i suoi superiori lo trovassero in un parco con uomini gay, costringendolo alle dimissioni. Dopo aver provato ad entrare nel mondo della finanza, ma senza grande successo, si stabilì nel quartiere di Castro insieme al compagno, con cui aprì un negozio di macchine fotografiche che ben presto divenne rifugio per la comunità LGBTQ+ della città. Molti cominciarono a guardare a Milk come leader, perché Harvey li esortava ad essere visibili. E fu in quel momento che decise di fare politica. Il resto è storia.
Nel 2009 il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha conferito alla memoria di Milk la Presidential Medal of Freedom, per il suo contributo al movimento per i diritti LGBT. Si tratta della massima decorazione degli Stati Uniti. Nel 2018 il Terminal 1 dell’aeroporto di San Francisco è stato intitolato ad Harvey Milk. Nel 2009 Sean Penn ha vinto il suo secondo Oscar dopo averlo magistralmente interpretato nel capolavoro di Gus Van Sant. Nel 2022 a Milano è stato inaugurato il giardino Harvey Milk.
Indimenticabile il suo discorso della speranza. “Il mio nome è Harvey Milk e sono qui per reclutarvi tutti”.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.