Attivista LGBTQ+ tunisino brutalmente picchiato da agenti di polizia: “Hanno minacciato di uccidermi”

Badr Baabou ha subito una commozione cerebrale e diverse ferite al collo, alla gabbia toracica, agli occhi e al viso, ematomi e un trauma da corpo contundente di 2-4 centimetri alla testa e alla fronte.

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Badr Baabou selvaggiamente picchiato
2 min. di lettura

Il direttore di uno dei pochi gruppi LGBTQ+ tunisini è stato brutalmente picchiato da due uomini che si ritiene fossero agenti di polizia. Secondo quanto riportato da Human Rights Watch (HRW), Badr Baabou è stato attaccato il 21 ottobre nel centro di Tunisi alle pre 21:00. Baabou, che è il direttore dell’Associazione Damj per la giustizia e l’uguaglianza, stava tornando a casa in quel momento ha subito un’imboscata.

Uno degli aggressori indossava un giubbotto delle forze di sicurezza interna, mentre l’altro portava stivali della polizia, facendo credere a Baabou di essere ufficiali delle forze dell’ordine. La coppia gli ha rubato il portafoglio, la carta d’identità, il telefono e il laptop, contenente non poche informazioni riservate. Sono state presentate diverse denunce contro la polizia da parte di Baabou e dall’Associazione Damj, a nome di non poche persone LGBTQ+ che affermano di essere state aggredite dalle forze di sicurezza sin dalla sua creazione, nel 2005.

L’assalto a Badr Baabou è stato un pericoloso tentativo di mettere a tacere lui e altri attivisti per i diritti LGBT“, ha affermato Rasha Younes, ricercatrice di HRW. “Le autorità tunisine dovrebbero rispondere con urgenza alla denuncia di Baabou, indagare sull’incidente e ritenere gli aggressori responsabili“.

Parlando con HRW, Baabou ha detto che uno degli uomini gli ha messo lo stivale sul collo per farlo tacere. “Dopo che mi hanno spinto a terra e rubato i miei dispositivi, gli agenti di polizia mi hanno ripetutamente preso a pugni e calci“, ha spiegato. “Uno mi ha messo lo stivale sul collo in modo che smettessi di urlare. Non riuscivo a respirare“.

Quando qualcuno si è avvicinato per aiutarli, gli aggressori hanno intimato: “Siamo la polizia. Questo succede a chi insulta la polizia e sporge denuncia“. Baabou ha aggiunto che gli assalitori si sarebbero riferiti a lui citando il suo nome e cognome, minacciando di ucciderlo. Baabou ha subito una commozione cerebrale e diverse ferite al collo, alla gabbia toracica, agli occhi e al viso. Aveva anche ematomi e un trauma da corpo contundente di 2-4 centimetri alla testa e alla fronte, con il risultato che il suo medico gli ha ordinato di essere monitorato regolarmente per 15 giorni.

Gli attivisti e gli organizzatori LGBT non si sentono al sicuro per le strade della Tunisia“, ha spiegato Younes. “Le autorità tunisine hanno la responsabilità di indagare sull’attacco a Badr Baabou e garantire la sicurezza degli attivisti che stanno svolgendo un lavoro importante in un clima di intimidazione e violenza“.

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