31enne storico cantante degli Years & Years, Olly Alexander, nel 2021 esploso anche come attore grazie alla straordinaria miniserie It’s a Sin, è tornato a parlare di sesso dalle pagine di NME. Olly trova infatti ‘surreali’ le speculazioni dei fan sulle sue posizioni sessuali preferite, continuando ad incanalarlo come “attivo” o “passivo”.
Da poco tornato con il disco “Night Call“, splendore synth-pop realizzato di fatto in solitaria dopo l’abbandono del bassista Mikey Goldsworthy e del tastierista Emre Türkmen, Alexander ha sottolineato come sia estremamente limitante soffermarsi su posizioni tanto rigide. Anche in ambito sessuale.
“Essere un artista è un’esperienza decisamente strana, perché quando pubblico una canzone non ho mai idea di come verrà percepita, e a volte questo può sorprendermi. Le persone che commentano come tu possa fare sesso sono piuttosto surreali, ma ormai ho fatto pace con tutto questo.”
Olly Alexander ha confessato quanto gli piaccia “giocare con le aspettative delle persone” quando si tratta della sua sessualità. I passivi possono essere dominanti, gli attivi possono essere sottomessi: il sesso è molto più complesso di quanto l’utente medio di Grindr possa pensare. “Prendi ‘Crave’, per esempio“, ha detto Alexander. “Ho deliberatamente giocato sul concetto di essere kink e sulle dinamiche dom-submissive che ne conseguono. Questo mi diverte“.
In tal senso, anche altri artisti queer stanno smontando etichette e preconcetti attraverso la propria musica. Basti pensare a Lil Nas X, che Olly applaude: “Ha cambiato le regole del gioco. Penso che ci sia un ‘prima Lil Nas X’ e un ‘dopo Lil Nas X’“. La stessa cosa, anche se probabilmente in tono minore, si può dire dello stesso Alexander, da sempre gay dichiarato e dal 2015 in rotazione radiofonica. Con il tempo tutto è cambiato per il cantante inglese, compresa la consapevolezza di poter ora finalmente scrivere in totale libertà. Senza timore alcuno.
“Ovviamente le canzoni che ho scritto quando avevo 22 o 23 anni sono diverse da quelle che realizzo ora. All’inizio ero davvero molto spaventato. Mettere la parola ‘ragazzo’ in una canzone, sembrava così rischioso. Sembrava pericoloso in un modo che ora non esiste più”.
Fortunatamente, ci verrebbe da aggiungere.
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