Aveva solo 18 anni, Blake Brockington, un ragazzo trans del North Carolina che ha deciso di suicidarsi. Un anno dopo essere diventato il primo trans a ricevere la corona di Homecoming King (l’equivalente maschile di reginetta della scuola) della Mecklenburg High School, Blake si è tolto la vita.
Il ragazzo era stato buttato fuori di casa dopo il coming out in famiglia e viveva con una famiglia affidataria dove era ben voluto. Iscritto al primo anno della North Carolina University, Blake si era speso moltissimo non solo in favore dei diritti delle persone lgbt, ma anche in altri progetti di beneficenza, come quello che lo aveva portato a raccogliere fondi per la realizzazione di una scuola in Sud Sudan. Ed era stato proprio al suo impegno in questo progetto che la sua scuola aveva deciso di conferirgli il titolo di Homecoming King.
Le sue battaglie per i diritti delle persone lgbt lo avevano fatto diventare, nonostante la giovane età, quasi un mentore per decine di altri giovani trans. Il clamore suscitato dal riconoscimento conferitogli dalla scuola, gli aveva permesso di far conoscere a tutti la sua storia.
“Ho passato momenti difficili con la mia famiglia dopo il coming out – ha raccontato Blake alla stampa locale -. Ho passato momenti difficili dopo il coming out anche con i miei amici a scuola. Ma l’ho fatto. Ho perso molti amici, ma voglio che altri giovani trans capiscano che non sono soli e che questa è una comunità ampia”.
Quello di Blake è il sesto suicidio di giovani trans negli Usa dagli inizi dell’anno. Un fenomeno preoccupante che gli attivisti non esitano a definire “epidemia” perché “per ogni nome che conosciamo, ce ne sono certamente molti altri che non conosciamo”, come ha spiegato Greta Gustava Martela, cofondatrice di Trans Lifeline.
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