Una pena pecuniaria pari a 4mila euro, ma sopratutto il divieto di partecipare a pubbliche manifestazioni e di parlare in comizi e raduni per 3 anni. Questa è la condanna che è stata inflitta al vicesindaco di Treviso Giancarlo Gentilini che negli anni si è guadagnato l’epiteto di "sceriffo" per le sue sparate contro immigrati, gay e lesbiche (ricorderete tutti la "pulizia etnica dei culattoni", solo per fare un esempio) e perfino contro i cani di razza non italiana. Il processo che ha visto imputato, e poi condanato Gentilini, è stato aperto con l’imputazione di istigazione all’odio razziale e il fatto scatenante (ma è solo l’ultimo di una lunghissima serie di episodi del genere) risale allo scorso anno quando Gentilini intervenne duramente contro gli immigrati dal palco della Festa dei Popoli Padani a Venezia. Già quest’anno comunque lo Sceriffo, con il rammarico di molti esponenenti trevigiani del movimento, non era stato inserito nella scaletta degli interventi della festa leghista a Venezia.
Vicinanza e solidarietà all’amico e compagno di partito ha espresso Mario Borghezio, eurparlamentare, che con Gentilini condivide modi, linguaggio e attitudine alle sparate clamorose. "Esprimo totale e piena solidarietè al vice sindaco di Treviso Giancarlo Gentilini, un uomo così abituato a parlare schietto da poter incorrere nell’equivoco da parte di chi, non limpido e chiaro come lui, può attribuire alle sue parole significati che non appartengono al pensiero di un uomo buono e generoso come lui. Questi giudici politicizzati a senso unico dovrebbero togliersi il cappello di fronte a galantuomini come il nostro grande Gentilini, la cui divisa, da buon leghista, è : coraggio e schiena diritta!".
Secondo l’avvocato Luca Ravagnan, difensore del vicesindaco, nelle parole di Gentilini, "non c’era alcuna maliziosità contro le razze, ma il sostegno ad idee ben note nel mio assistito finalizzate all’integrazione tra etnie diverse". Per fortuna, i discorsi di Gentilini li abbiamo letti e sentiti tutti e ognuno è in grado di capire se l’integrazione tra diverse etnie fosse o no il vero scopo dello Sceriffo.
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