Ancora un’aggressione omofoba dalla cronaca nazionale. Questa volta siamo ad Augusta, comune siciliano. Giovedì scorso un 40enne sarebbe stato derubato, spinto per terra, pestato, preso a calci e pugni da tre ragazzi, tra i 20 e i 25 anni. Il motivo? A loro dire era troppo “femminile, inadatto“, come riportato da SiracusaNews.
L’omofobia è tornata a colpire, come avviene ogni giorno, da nord a sud, isole comprese, ma il più delle volte nel silenzio generale, nella paura della denuncia pubblica. L’uomo ha invece questa volta denunciato il fatto ai carabinieri, che hanno avviato le indagini per risalire all’identità dei tre delinquenti, che lo hanno anche derubato di 80 euro, dopo averlo insultato e aggredito solo e soltanto perché troppo “effeminato”.
Eppure c’è ancora chi continua a definire ‘inutile’ il DDL Zan, perché le emergenze sarebbero altre. Come se l’odio nei confronti delle persone LGBT non fosse un allarme reale, sociale, tristemente quotidiano. Come se la cronaca degli ultimi mesi non fosse strettamente legata all’omotransfobia, da combattere anche, se non sopratttutto, attraverso una legge che tramuterebbe in reati specifici ciò che al momento non ha un indirizzo effettivo, con aggravanti ad hoc e un percorso formativo teso ad educare all’inclusione, al rispetto.
Puntualmente, ad ogni denuncia pubblica di omotransfobia i cattoestremisti d’Italia gridano alla ‘strumentalizzazione’ in favore del DDL Zan, se non fosse che i crimini d’odio e la legge che andrebbe a punirli non possano far altro che correre insieme. Chiunque finga di non capirlo, continuando a diffondere menzogne ad uso e consumo della propaganda, ha le mani sporche del nostro sangue.
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