Ieri mattina a Bologna è stata inaugurata dal sindaco Virginio Merola la targa del nuovo Piazzale Marcella Di Folco, nel pieno dei giardini di Villa Cassarini, di fronte al Cassero di Porta Saragozza e a pochi metri dal monumento che ricorda le vittime omosessuali del nazifascismo.
A celebrare l’evento Sergio Lo Giudice, che presentò l’ordine del giorno insieme a Cathy la Torre, nel 2021 votato dal Consiglio comunale di Bologna.
Virginio Merola, che pochi mesi dopo avrebbe inaugurato il Giardino Stefano Casagrande, il primo spazio pubblico intitolato in Italia a un attivista gay, aveva messo subito in moto il processo che oggi, nei tempi lunghi imposti dal regolamento sulla toponomastica, è giunto a compimento. Una cerimonia bella e felice, con poche persone per evitare assembramenti ma con tanta contentezza nel vedere ancora una volta una passione civile portata avanti con fatica ottenere un prestigioso riconoscimento istituzionale. Grazie Marcella, grazie Virginio e grazie a tutt* noi, a questo fantastico movimento Lgbtqi+ che con grande fatica ma con grande determinazione ha cambiato la storia di questo paese.
Marcella Di Folco, scomparsa il 7 settembre del 2010, è un monumento della storia trans italiana. La storia di Marcella inizia in un quartiere di Roma nel 1943 e prosegue in una lunga ricerca che la porterà a diventare pienamente donna nel 1980, dopo un intervento chirurgico a Casablanca, perché all’epoca in Italia il cambio di sesso era ancora illegale. Marcella ha attraversato la storia d’Italia nelle sue contraddizioni: dall’infanzia complicata, all’esplosione del ’68 visto attraverso la “rivoluzione giovanile” del Piper, dalla Dolce Vita a via Veneto, a Cinecittà e ai grandi registi, Fellini, Rossellini, Zeffirelli, Petri, che la vollero nei loro film. Poi le notti romane, fino alla scelta tanto desiderata e voluta del cambiamento di sesso, l’arrivo a Bologna, la prostituzione, la militanza politica e le battaglie civili alla guida del MIT, il Movimento Italiano Transessuali. Eletta consigliera a Bologna nel 1990, la Di Folco ottenne nel 2000 l’istituzione della Commissione “Diritti per l’identità di genere“, da parte della ministra per le pari opportunità Katia Bellillo.
ianca Berlinguer, sua grande amica, ha pubblicato Storia di Marcella che fu Marcello, edito da La nave di Teseo, confessione che la stessa Di Folco affidò alla giornalista Rai prima di morire.
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