Boris Johnson, eletto nuovo leader dei Tory, sarà domani nuovo Premier del Regno Unito, dopo che Theresa May avrà formalizzato le sue dimissioni nelle mani della regina Elisabetta II.
Ex sindaco di Londra per due mandati, nonché ex Segretario di Stato per gli Affari Esteri e del Commonwealth del Governo May, Johnson è stato spesso ambiguo in ambito LGBT. Negli anni ’90, quando era giornalista, Boris definiva gli omosessuali “barboni in canotta”, attaccando “l’agenda spaventosa dei Labour, che incoraggiano l’insegnamento dell’omosessualità nelle scuole”. Poi nel 2001, dalle pagine del suo libro Friends, Voters, Countrymen, criticò aspramente il matrimonio egualitario, chiedendosi come mai non vadano bene le unioni tra “tre uomini”, o tra “tre uomini e un cane”. In aula, invece, Johnson si è dimostrato più liberale.
Eletto per la prima volta in parlamento nel 2001, Johnson si è più volte ribellato al proprio partito, pur di appoggiare i diritti LGBT. Nel 2003 votò per abolire la Sezione 28, che vietava la “promozione” dell’omosessualità nelle scuole, mentre nel 2004 votò a favore delle unioni civili. In qualità di sindaco di Londra dal 2008 al 2016, Johnson ha più volte presenziato al Pride (saltando le edizioni del 2011, 2012, 2013, 2014 e 2015). Nel 2012 ha sostenuto la campagna Out4Marriage, chiedendo al governo di approvare il matrimonio gay, aggiungendo: “Non vedo assolutamente alcun motivo per cui il matrimonio dovrebbe essere negato a chiunque nel nostro Paese, ed è per questo che sto sostenendo la campagna Out4Marriage“.
Dopo essere diventato Segretario agli Esteri di Theresa May nel 2016, Johnson ha eliminato un controverso divieto nei confronti delle bandiere rainbow, che non potevano essere esibite nelle ambasciate e tra i consolati britannici in tutto il mondo. Nel 2017 ha infine incontrato diversi attivisti russi LGBT, elogiando il loro lavoro. Nel 2018, invece, ha dato il via libera a una legge nelle Bermuda che imponeva un nuovo divieto al matrimonio tra persone dello stesso sesso.
Come detto, tutto e il contrario di tutto. Semplicemente Boris Johnson.
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