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Regina del ring: il campione messicano di wrestling che combatte in drag

Paillettes, glitter, capelli cotonati, stivali e abiti da soubrette: Cassandro El Exotico è una vera e propria icona. Gay dichiarato, sale sul ring manifestando tutta la sua fluidità di genere.

2 min. di lettura

Si chiama Cassandro El Exotico, ha 45 anni, è messicano ed un campione di wrestling. In uno sport in cui vige un ben immaginabile maschilismo, Cassandro ha deciso di andare controcorrente: combatte con abiti e make up che fondono maschile e femminile, di fatto presentandosi come una sorta di drag queen.

Il trucco, il glitter e le pailettes però non ingannino: Cassandro ama vincere, è tosto e determinato. È apertamente gay e col suo stile ama mettere in discussione pregiudizi e stereotipi di genere.

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Impiega ovviamente molto più tempo dei suoi colleghi a prepararsi: capelli, ciglia finte, stivali, costumi da gran soubrette. E il suo bisogno di essere diverso viene ripagato dall’affetto e dal sostegno del suo pubblico, che lo ama alla follia.

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In questo piccolo video Cassandro racconta la sua storia, a partire dalla sua infanzia, già consapevole della sua diversità, fino al senso e alla bellezza che riveste la sua figura nell’ambito di uno sport tipicamente machista.

Un ruolo che si è conquistato non senza difficoltà: come racconta lui stesso nel video, all’inizio non sapeva se la gente lo avrebbe accettato con quel suo modo alternativo di salire sul ring.

Quando si è accorto che era così, che la gente lo sosteneva, racconta, per lui è stato meraviglioso. Una liberazione.

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Cassandro mette in crisi il luogo comune, smonta il luogo comune: è forte e si veste da donna, batte gli avversari con l’ombretto di glitter e i capelli cotonati. Non si risparmia: è scatenato, agguerritissimo, potente. Ma allo stesso tempo rivendica la sua libertà nel combinare i generi, nell’unire elementi di differenti identità.

Nel video parla anche intimamente del suo percorso di accettazione: dopo molto tempo dice di essere finalmente arrivato a comprendere che “essere gay è un dono di Dio”, qualcosa che gli ha aperto un orizzonte più vasto, insostituibile.

Gender bender!

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