Due uomini gay sono fuggiti dalla Cecenia e sono arrivati in Russia, ma sono stati immediatamente rimpatriati con la forza dalla polizia russa. A denunciarlo, via The Guardian, un’organizzazione internazionale per i diritti LGBTQ +. La Cecenia guidata dall’omofobo Ramzan Kadyrov ha addirittura accusato i due uomini di terrorismo.
Negli ultimi quattro anni ci sono state decine e decine di segnalazioni relative a purghe anti-gay nel territorio ceceno, inclusi rapimenti, incarcerazioni, torture e omicidi. L’Omocausto ceceno ha sconvolto il mondo, senza però andare incontro a sanzioni di chissà quale tipo, grazie anche alla copertura della Russia di Vladimir Putin, che ha sempre minimizzato le accuse nei confronti di Kadyrov. Quest’ultimo, nel 2017, sottolineò come “i gay non esistono da noi in Cecenia, è geneticamente impossibile che un ceceno possa essere gay. Noi non abbiamo gente di questo tipo qui. Non ci sono gay in Cecenia. E se anche ci fossero, li eliminiamo, li mandiamo in Canada“.
Salekh Magamodov e Ismail Isayeva, 20 e 17 anni, sono fuggiti in Russia per evitare l’arresto da parte della polizia, dopo essere stati torturati. Tuttavia giovedì scorso sono stati sequestrati e rapiti dalla città di Nizhny Novgorod, a est di Mosca. “Aiutano il terrorismo“, l’accusa ai loro danni.
Tim Bestsvet, portavoce di Russian LGBT Network, ha chiesto la liberazione immediata dei due ragazzi. Il Guardian riferisce che Akhmed Dudyaev, braccio destro di Kadyrov, ha riferito che i due uomini avrebbero confessato di aver aiutato un gruppo terrorista, crimine che comporterebbe una pena detentiva di 15 anni. Ha poi aggiunto che la detenzione sarebbe legale, mentre i tentativi di influenzare il caso “insensati e futili“.
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Quindi l’omofobia c’è anche nella Rossa Russia.
Ma che cazzo scrivi?