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Cecenia, torture alle persone LGBTQIA+, Russia condannata dalla Corte europea diritti umani

Il caso di Maxim Lapunov, l’unico sopravvissuto alla feroce purga del 2017 contro persone LGBTQIA+.

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cedu cecenia Maxim Lapunov
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La Corte europea dei diritti umani (CEDU) ha emesso una sentenza a proposito del caso di Maxim Lapunov, l’unico sopravvissuto alla feroce purga verso le persone LGBTQIA+ del 2017 in Cecenia, che ha osato cercare giustizia per le torture subite per mano delle forze dell’ordine locali. Gay.it già nel 2017 vi aveva raccontato come Maxim si fosse esposto, denunciando il pericolo che le torture venissero estese ulteriormente.

Siberiano, Lapunov era andato in Cecenia per lavoro e ha assistito alla sconvolgente situazione delle persone omosessuali, prese di mira dai propri parenti, con le famiglie stigmatizzate per la colpa di avere al proprio interno un membro omosessuale.

Durante la nota conferenza stampa, Lapunov parlò dei suoi aguzzini:“

“Ogni dieci o quindici minuti mi urlavano che ero gay e che mi avrebbero ucciso. Quando cadevo mi ritiravano su e mi colpivano nuovamente. Se permettiamo che ciò avvenga (in Cecenia ndr), non sapremo mai chi sarà il prossimo figlio o figlia a essere preso”

Lapunov ha portato il suo caso davanti alla Corte europea nel maggio 2019. L’uomo aveva provato a collaborare con gli investigatori russi, grazie anche al supporto legale di un comitato russo che lotta contro le torture (oggi silenziato da Putin). Ma, contando sul fatto che nessuna vittima sarebbe stata disposta a testimoniare, perché intimorita dal regime, nel 2019 la Russia decise di non indagare sulle purghe ai danni delle persone omosessuali in Cecenia. Neanche dopo la testimonianza di Lapunov. Nonostante la Russia di Putin abbia ripetutamente negato anche davanti all’ONU le torture in Cecenia, la Corte ha stabilito che Lapunov è stato “detenuto e sottoposto a maltrattamenti da parte di agenti statali“, che “costituivano tortura” e che sono stati perpetrati “esclusivamente a causa del suo orientamento sessuale“.

 

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In Cecenia, la persecuzione verso le persone LGBTQIA+ è un protocollo istituzionale: i video shock

Il rapporto tra la Russia di Putin e la Cecenia è complesso. La Cecenia è una repubblica federale russa, ma gode di un alto grado di autonomia. Putin ha sostenuto il leader ceceno Ramzan Kadyrov, che mantiene un forte controllo interno. Fu Kadyrov ad aprire un campo di concentramento per omosessuali. Da quando Putin ha palesato il suo intento di estendere il dominio russo sull’Europa, Kadyrov è diventato un alleato ancora più prezioso.

Ramza Kadyrov il feroce leader della Cecenia
Ramza Kadyrov il feroce leader della Cecenia – tutte le notizie >

La persecuzione LGBTQ+ in Cecenia è emersa pubblicamente nell’aprile del 2017, quando sono stati riportati i primi casi di detenzione e tortura di persone LGBTQ+ in quella regione. Ma le violenze potrebbero essere iniziate anche prima. Le vittime hanno riferito di essere state detenute, picchiate e torturate da funzionari ceceni a causa del loro orientazione sessuale o identità di genere.

Di seguito alcune notizie riportate negli anni da Gay.it sul “Caso Cecenia“:

Cecenia, la storia di Salman: deportato e massacrato per presunta omosessualità

Russia, attacco alle organizzazioni che aiutano le persone LGBT a scappare dalla Cecenia

In Cecenia, la persecuzione verso le persone LGBTQIA+ è un protocollo istituzionale: i video shock

Cecenia, parlano 4 vittime sopravvissute all’omocausto: “torturati, stuprati, umiliati”

 

Il report di Tanya Lokshina di Human Rights Watch >

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