I social network possono essere luogo di scambio di idee e opinioni, con tutti i vantaggi e svantaggi che questo comporta e ben conosciamo. Altrettanto indiscutibile è il ruolo che in svariate circostanze storiche hanno ricoperto, funzionando come cassa di risonanza per la diffusione di messaggi positivi e campagne mediatiche rilevanti anche da un punto di vista sociale e politico. Pensiamo soltanto al ruolo che Twitter ha assunto nella vicende della Primavera Araba degli scorsi anni, o gli interventi di personaggi di spicco americani nella battaglia per le presidenziali di novembre. Sono solo due esempi con cui la società – o alcuni suoi rappresentanti – contribuisce a sublimare i social network da meri perditempo fini a se stessi, a medium privilegiati per scopi comunicativi.
Consci di questa premessa è più facile capire come, anche nel mondo LGBT, questo aspetto assuma una fisionomia specifica con risvolti importanti per la vita di centinaia di adolescenti: negli Stati Uniti sono molti i profili definiti “inspiring”, ovvero figure di giovani o giovanissimi che, pur non essendo personaggi pubblici, negli anni sono riusciti a lanciare messaggi positivi di emancipazione e accettazione della propria sessualità. Contribuiscono ad aiutare un’intera generazione nel tentativo di uscire dalla vergogna delle proprie camere e vivere serenamente un’identità sessuale non così pacifica fin da adolescenti.
Il social network di riferimento è Instagram, che non a caso è anche quello più utilizzato proprio da questo target di età: un raccoglitore di storie per immagini in cui a essere proposti sono modelli positivi e storie edificanti. Buzzfeed, nelle scorse settimane, ha raccolto alcuni dei più bei profili di questo genere, e noi abbiamo deciso di proporvene alcuni:
1. @Kordalenkaleb
Kordale e Kaleb vivono ad Atlanta e hanno 3 figli. Sono giovani, bellissimi, di colore, e se vi sembra di averli già visti da qualche parte, probabilmente li riconoscerete in questa foto diventata virale alcuni mesi fa:
Una famiglia normale, nell’accezione più naturale e quotidiana del termine. Alla faccia di chi non crede alla felicità all’interno di una dimensione familiare anche per il mondo LGBT.
2. @_disinhibition
Adam Traves è un tatuatore ventottenne di Melbourne, che utilizza la propria creatività nella ricerca di forme artistiche che riescano a conciliare il suo interesse verso il mondo queer, l’erotismo e forme di tattoo contemporaneo:
Negli anni ha fondato un proprio studio, che definisce un queer run business, con cui cerca di veicolare un’idea di tattoo lontana dai modelli eteronormati:
3. @ihartericka
Ericka Hart è un’educatrice sessuale e una scrittrice, diventata famosa negli ultimi mesi per il suo topless all’Afropunk Festival di New York con il quale ha orgogliosamente messo in mostra le cicatrici di una dolorosa mastectomia. Da quel momento ha reso il suo corpo un’opera d’arte:
Il suo è un messaggio di amore e accettazione verso se stessi: ogni corpo, con le sue imperfezioni, è depositario di una propria, peculiare bellezza.
4. @theblackswandiaries
Sidney, 23 anni, è una ballerina professionista di New York che vive una relazione amorosa con la propria ragazza ormai da alcuni anni. Come chiarisce il suo nickname, questo profilo Instagram è un vero e proprio diario della quotidianità:
Il fine dichiarato è quello di portare un po’ di positività e fiducia tra le persone che la seguono, mostrando le gioie e i dolori di una vita fatta di sacrifici.
5. @mtat95
Michael Tatalovich è un ragazzo gay di 20 anni che, dopo essere sopravvissuto al cancro, ha intrapreso un viaggio da Austin all’Alaska per sconfiggere la paura della malattia.
L’ironia e la leggerezza del suo profilo, di fronte a una tematica del genere, sono quanto di più rassicurante potrete trovare su Instagram.
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Continuo a pensare che sia ipocrita e misero umanamente cercare storie di vita così sul web in un social e magari di gente che vive nei cinque continenti mentre si vive in una città di 5 10 100 persino un milione di abitanti e non si conosce o non si vuole conoscere la storia dei propri vicini di casa, quelli in carne ed ossa quelli senza nickname. Sono le persone che ci stanno intorno. Abbiamo paura delle loro storie e forse andiamo a cercarne altre lontane e asettiche?