"Il triangolo non l’avevo considerato": una citazione che sarà stata usata milioni di volte per definire qualsiasi tipo di un rapporto a tre, si trattasse di estranei, di amici o di una coppia con ospite (più o meno occasionale). Situazioni molto diverse, che possono creare problemi e imbarazzi ma pure regalare momenti piacevoli. Non ho intenzione di esaltare o tantomeno demolire questo tipo di attività, né di paragonarle al classico rapporto a due (in fondo anche lì il sesso può funzionare o meno).
Quello che mi interessa e che mi domando se possa realmente esistere, è una struttura triangolare che non riguardi solo il sesso e il divertimento, ma anche i sentimenti. È qualcosa di cui ogni tanto ho sentito parlare e che ancora sorprende, forse perché la nostra società negli ultimi anni è regredita o semplicemente tornata a soluzioni più semplici.
Nelle coppie etero questa eventualità è ‘ontologicamente’ impossibile, vista la mancata chiusura dei lati opposti: una donna può amare due uomini, ma è difficile che essi possano provare qualcosa tra di loro, a meno di non sconfinare in una più complessa bisessualità. Anche un classico come "Jules e Jim" in fondo si basava su un eterno triangolo, ma gli uomini si limitavano a un’amicizia (per quanto molto intensa). Più sfacciata e divertente la battuta di David Bowie, che disse di aver conosciuto sua moglie perché entrambi uscivano con lo stesso ragazzo.
Spostandoci sul versante gay, mi vengono in mente molti ragazzi che in un certo periodo della propria vita si sono trovati a gestire due relazioni parallele (a volta anche più di due). Taccio sulla ‘moralità’ di queste esperienze e mi limito a considerare la fatica di stare dietro al tutto: personalmente, mi pare già difficile tenere in piedi una sola storia. Capisco però che simili tentazioni, oltre che arricchire il nostro ego e le nostre fantasie più morbose, diano l’illusione di poter prendere il meglio da ciascuno dei ‘fidanzati’.
Quello che in ogni caso mi sembra davvero difficile (e infatti non saprei citare esempi) è quando la relazione è ‘ufficialmente’ allargata. Non tanto nel senso di un amico-amante fisso che si inserisce all’interno di una coppia, oppure di una sorta di rapporto libero a tre, quanto di un vero e proprio triangolo sentimentale. Ammesso pure che le precedenti soluzioni siano alla lunga efficaci, mi chiedo infatti se sia possibile stare insieme in tre.
La domanda, che ogni tanto ha fatto capolino nella mia testa, è tornata ad affacciarsi con insistenza qualche giorno fa, quando mi è capitato di sentirmelo proporre in chat, apparentemente con assoluta serietà. Non sono andato a fondo e ho liquidato presto la cosa, perché (ovviamente) non ho intenzione di condividere il mio fidanzato col primo venuto, perché non ho mai creduto alle proposte sentimentali fatte in chat e perché, se anche avessi superato i primi due ostacoli, non avrei saputo come gestire la cosa.
Come funziona? Si va a letto in tre la notte? Ci si trova a due a due quando capita e qualche volta anche in tre? Confesso che, solo a pensarci, oltre che in difficoltà mi sentirei a rischio: come ci potrei restare infatti se gli altri due scoprissero di voler rimanere da soli? E’ vero che l’esperienza insegna che si può essere lasciati in qualsiasi momento ma, per quanto doloroso possa risultare l’abbandono da parte di un fidanzato, non voglio immaginare cosa significhi essere lasciati contemporaneamente da tutti e due…
Flavio Mazzini, trentacinquenne giornalista, è autore di Quanti padri di famiglia (Castelvecchi, 2005), reportage sulla prostituzione maschile vista "dall’interno", e di E adesso chi lo dice a mamma? (Castelvecchi, 2006), sul coming out e sull’universo familiare di gay, lesbiche e trans.
Dal 1° gennaio 2006 tiene su Gay.it la rubrica Sesso.
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di Flavio Mazzini