Sabato 22 Aprile una coppia gay passeggiava mano nella mano sull’argine maestro del Po, a Casalmaggiore (CR), quando un gruppo di una decina di persone minorenni ha iniziato a lanciare insulti ed epiteti omobitransfobici ai due ragazzi, fino a pronunciare minacce di morte.
Tra pochi giorni, il 17 Maggio, si celebra la giornata mondiale contro l’omobitransfobia e in Italia non esiste una legge che aggiunga una aggravante a gesti e parole con i quali sovente le persone LGBTQIA+ vengono discriminate, offese, vilipese, aggredite, picchiate.
“Se non ve ne andate, vi ammazziamo” hanno più volte ripetuto i ragazzini alla coppia di ragazzi trentenni, semplici innamorati che camminavano romanticamente su una riva suggestiva del più grande fiume italiano. Davanti alla tensione che saliva, uno dei due ha avuto un malore e ha accusato un mancamento, e quando il suo compagno lo ha assistito e aiutato ad allontanarsi, uno dei bulli si è staccato dal gruppo e ha iniziato a seguire la coppia, minacciando di passare a un vero e proprio pestaggio. A quel punto i due ragazzi hanno chiamato i Carabinieri e la cosa ha messo in fuga il gruppo di minorenni omotransfobici. Quando gli uomini dell’Arma sono giunti sul posto, hanno potuto soltanto raccogliere la denuncia. Nel gruppo di minorenni erano presenti anche due ragazze, a quanto riferiscono le due vittime.
L’episodio ha scosso la comunità queer locale, il Comitato del Cremona Pride ha organizzato un flash mob per il 17 Maggio alle 18.30 ai giardini di Piazza Roma a Cremona. “Saremo lì anche per i nostri compagni di Casalmaggiore; per dire loro che non sono da soli. Saremo lì perché chiunque di noi poteva essere al loro posto, e perché chiunque dei nostri figli – se non educato al rispetto dell’altro – poteva essere al posto degli aggressori.” scrive su Facebook la presidenza del Cremona Pride “È il silenzio delle Istituzioni che vogliamo lasciare in eredità a chi abiterà il nostro territorio in futuro? Le strade non sono di chi odia e aggredisce. Le strade sono di tuttə e sono anche nostre. Vogliamo un territorio libero dall’odio omobitransfobico. Vogliamo le Istituzioni presenti, ricettive, pronte ad agire. Vogliamo una comunità che si indigna quando qualcunə subisce una tale ingiustizia, che empatizza ed è presente col proprio sostegno. Una comunità che non lasci più che le persone LGBT+ fuggano da contesti che percepiscono come ostili.”
Sappiamo bene che in Italia una coppia LGBTQIA+ ancora oggi non può rappresentare pubblicamente il proprio amore senza rischiare una qualche reazione di sottolineatura. Un bacio, una passeggiata mano nella mano, un’effusione d’affetto in pubblico, costituiscono ancora oggi occasione di occhiatacce (quando va bene), talvolta offese e insulti, fino alle minacce e al pestaggio. Nell’episodio di Casalmaggiore il dato sconvolgente è che gli aggressori fossero minorenni. Ma del resto, uno dei motivi che fece più infuriare gli oppositori di una legge di aggravante all’odio omobitransfobico (Ddl Zan) fu proprio la proposta di inserire percorsi didattici nelle scuole per combattere i pregiudizi di questo tipo. I nemici (come altrimenti chiamarli?) della comunità LGBTQIA+ italiana vogliono educare i propri figli al pregiudizio e all’odio omobitransfobico. Questo è il dato nudo e crudo. Questo è quanto raccogliamo nelle nostre vite di tutti i giorni.
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Foto di Sergey Vinogradov su Unsplash
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