Il 16 ottobre 1854 nasceva a Dublino uno degli scrittori LGBT+ più famosi della storia: Oscar Wilde.
Scrittore, aforista, poeta, drammaturgo e tanto altro, Oscar Fingal O’Flahertie – suo vero nome – era tra i principali sostenitori dell’estetismo.
L’estetismo è un movimento artistico – ma soprattutto letterario – della seconda metà dell’800 che si basava sul principio dell’arte per l’arte, che aveva come unico scopo quello della bellezza artistica, lontano dalle regole della morale e dai fini politici.
Anche se le sue storie d’amore più famose furoni con uomini – la più famosa quella con Lord Alfred Douglas – l’uomo si sposò con una donna, Constance Lloyd, dalla quale ebbe due figli: Cyril e Vyvyan, e s’innamorò successivamente anche di un’altra donna.
Nonostante ciò, e anche dopo la nascita dei figli, Wilde non smise di frequentare uomini (tra i quali Henry Marillier).
Oscar Wilde ebbe una vita molto travagliata e finì anche in prigione per due anni per “pubblica indecenza” a causa della sua omosessualità, secondo le regole delle leggi penali di allora.
L’artista morì in completa povertà tre anni dopo, il 30 novembre del 1900, alla giovane età di 46 anni.
I suoi aforismi e paradossi sono ancora oggi tra i più citati in assoluto e la sua arte ha influenzato tutta la seconda metà dell’800 e il ‘900, e le sue opere risultano ancora oggi fresche ed attuali nonostante abbiano oltre 150 anni.
Ma quali sono i romanzi più famosi ed acclamati di Oscar Wilde? Scopriamo assieme il suo “best of”!
Oscar Wilde: le sue 5 produzioni letterarie da leggere assolutamente
5-Intenzioni (1891)
Nel saggio “Intenzioni“, c’è l’apice del tema della bellezza artistica, cardine dell’estetismo.
In quest’opera, Wilde dichiara che l’immaginazione è più importante della ragione, e che negli esseri umani era sempre la prima ad avere la meglio.
Immaginazione e paradossi, entrambi così umani e ben lontani, appunto, dalla ragione e tutto ciò che poteva essere considerato “morale” e convenzionale.
Una ricerca della verità alla sua massima espressione, tema carissimo all’artista irlandese.
4-Il fantasma di Canterville (1887)
Da buon irlandese, Oscar Wilde era appassionatissimo di mistero e magia, quindi non stupisce che vi siano romanzi di questo genere nella sua bibliografia, nè che “Il Fantasma Di Canterville” sia tra i suoi migliori e più amati.
Un taglio irriverente, provocatorio e umoristico al punto giusto – in completo stile Oscar Wilde.
Il romanzo è incentrato sulla famiglia americana degli Otis che decide, nonostante gli avvertimenti, di acquistare un castello che si mormora sia infestato da spiriti e fantasmi.
3-L’Importanza di Chiamarsi Ernesto (1895)
Ambientata, come in molte altre sue produzioni, nei salotti dell’ipocrita nobiltà inglese dalla ‘puzza sotto il naso’, il romanzo parla di Jack Worthing, un elegante uomo che vuole rifarsi una vita ed approdare tra i ricchi.
Non contento delle sue origini e del suo nome, Jack decide di cambiare il suo nome in “Ernest” e di chiedere la mano alla cugina del suo amico Algernon, di cui è innamorato.
Il titolo tradotto, purtroppo, impedisce al lettore italiano di comprenderne a pieno la genialità ed il gioco di parole.
Un titolo che va a sottolineare proprio il paradosso ed è l’essenza di questa commedia edificante.
2-De Profundis (1905)
“De Pronfundis“, sicuramente l’opera più personale e profonda – come suggerisce il titolo – di Oscar Wilde, è una lunga epistola che l’artista scrisse quando fu incarcerato con l’accusa di omosessualità.
L’opera fu pubblicata ufficialmente 5 anni dopo la sua morte, nel 1905, ma solo nel 1947, grazie al secondo figlio Vyvyan Holland, ne uscì la versione integrale.
Nel “De Profundis“, lo scrittore esterna – confessandosi come non mai – tutti i pensieri, ricordi, ossessioni ed evoluzioni intellettuali che lo hanno accompagnato durante la sua vita in carcere
Un’opera di raro spessore e grandezza, con riflessioni psicologiche ed introspettive che valgono davvero la pena di esser lette.
1-Il ritratto di Dorian Gray (1890)
Al primo posto, anche se un po’ scontato, non può che esserci “Il Ritratto di Dorian Gray“.
L’opera, che non solo è la più famosa di Oscar Wilde ma è anche una delle produzioni letterarie più celebri ed amate di tutti i tempi, uscì a cavallo tra il 1890 e il 1891 e fu subito un grande successo di pubblico, che ne fu davvero travolto ed ammaliato.
Il meraviglioso romanzo parla di Dorian Gray, un bellissimo ragazzo che, dopo aver ammesso che avrebbe venduto la sua anima al diavolo pur di non invecchiare, cade vittima di una maledizione.
Ed è così che passerà da una vita “innocente” ad una estremamente dissoluta, spregiudicata ed immersa nell’estetismo.
Dorian Gray si fa ritrarre dal suo amico Basil Hallward (che sembra abbia una vera adorazione per lui, quasi come se ne fosse innamorato), e il quadro finirà per rappresentare proprio la sua anima, e muterà fisicamente ad ogni azione malvagia e dissoluta del giovane.
Dorian s’innamorerà di Sybil Vane, che però finirà per ripudiare e la donna si suiciderà.
Nel famoso film omonimo della Hollywood classica, uscito nel 1945, ad interpretare Sybil Vane è Angela Lansbury, ironicamente nata lo stesso giorno del famoso scrittore LGBT+.
Ne “Il Ritratto di Dorian Gray” Lord Henry Wotton, amico del protagonista, è colui che ricorda al giovane che la bellezza è utile nel presente ma che un giorno svanirà, e non sarà più un’arma.
Quando Dorian Gray prenderà coscienza di chi è diventato, e ne sarà disgustato, pugnalerà il quadro e spezzerà la maledizione ma sarà troppo tardi: il ragazzo muore e viene ritrovato con le sembianze che aveva nel quadro.
A riguardo dell’opera-capolavoro, Oscar Wilde disse:
Basil Hallward è quello che credo di essere, Henry Wotton è come il mondo mi dipinge e Dorian Gray è quello che mi piacerebbe essere.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.