Dal noviziato agli incontri con le gerarchie di una Chiesa che non rinnega ma dalla quale lo separano posizioni inconciliabili. E’ questo il senso dell’incontro tra Don Andrea Gallo e il pubblico del Mardi Gras di Torre del Lago dove gli è stato conferito il premio "Personaggio gay dell’anno". L’annuale riconoscimento istituito da Gay.it è andato appunto al prelato che per le sue posizioni da anni si distingue dall Chiesa che per questo spesso lo convoca, e gli tira le orecchie.
Il piacere del sesso, il sesso sicuro, il sesso. E’ un tema caro ad Andrea, come si fa chiamare da Alessio De Giorgi, Regina Satariano e Regina Miami che lo interrogano sul suo passato e presente in un percorso che lo porta fino ai giorni nostri affianco dellle persone trans, ultima delle sue tante battaglie. "In seminario ci insegnavano a rimproverare chi confessava di provare piacere nella masturbazione", ricorda. "Nelle unità di strada diamo i preservativi, e per questo sono stato convocato dal mio Cardinale". Da Genova ne sono passati cinque di cardinali, e tutti hanno trovato qualcosa da rimproverargli ma nessuno di loro ha mai avuto il coraggio di scomunicarlo: "in fondo sono stati buoni con me".
In conclusione Don Gallo fa un omaggio a De Andrè, anzi, al Vangelo secondo De Andrè, che "è l’unico che li riassume tutti", dice: una lettera scritta quando il cantante è morto. "Portala a Dori Ghezzi, mi disse chi l’ha scritta, e io ve la voglio regalare". Un testo che è un inno agli ultimi, gli stessi che da anni sono a fianco di Andrea.