“L’immensità” di Emanuele Crialese sarà presentato alla 79ma edizione della Biennale Cinema di Venezia il prossimo 4 Settembre. Il regista di titoli che hanno segnato la storia del cinema, come “Respiro” , “Nuovo mondo” e “Terraferma”, si presenta in Laguna con un film che si annuncia potente e che rivela una parte della biografia di Emanuele Crialese che, sebbene nota agli addetti ai lavori del mondo del cinema, non lo era al grande pubblico. E del resto, non ve n’era ragione, fino ad oggi. Perché oggi Emanuele Crialese consegna a tutti un’opera che affronta quella parte della sua biografia che l’ha visto nascere biologicamente donna e successivamente assumere la propria reale identità di genere, quella maschile.
Il racconto pubblico della transizione di genere che nel film trae ispirazione proprio dalla vicenda autobiografica di Crialese avviene dalle pagine della bibbia della cinematografia, Variety. Ma andiamo con ordine.
Ne “L’immensità” Penelope Cruz recita nel ruolo di una madre di famiglia. Siamo a Roma, negli anni ’70, tra quartieri in costruzione e varietà tv ancora in bianco e nero, lotte per le conquiste sociali e modelli di famiglia ormai superati. Clara e Felice si sono appena trasferiti in un nuovo appartamento, ma il loro è già un matrimonio finito. Soltanto i figli riescono a tenere insieme la coppia, e su di loro Clara/Penelope ripone tutto il proprio desiderio di libertà. E sarà proprio uno dei tre figli, Adriana, a dare lo spunto a Crialese per lo sbocco narrativo che sovverte l’ordine.
“Io non sono Adriana” dice il ragazzino. E sua madre, Penelope Cruz: “Non sei nemmeno Andrea”. Così il trailer, da brividi.
Dal comunicato stampa:
“Adriana, la figlia più grande, ha appena compiuto 12 anni ed è la testimone attentissima degli stati d’animo di Clara e delle tensioni crescenti tra i genitori. Adriana rifiuta il suo nome, la sua identità, vuole convincere tutti di essere un maschio e questa sua ostinazione porta il già fragile equilibrio familiare ad un punto di rottura.”
In un’intervista rilasciata a Nick Vivarelli per la bibbia americana del cinema, Variety, si parla della transizione di genere che Emanuele Crialese ha compiuto in giovane età. Scrive infatti il media americano:
Sebbene non sia strettamente autobiografico, si basa sulla transizione dell’esperienza personale del regista. Come racconta Crialese a Variety, il personaggio di Adriana è una rappresentazione di se stesso.
E a proposito della giovane attrice protagonista Luana Giuliani che interpreta Andrea, Crialese spiega a Variety:
“Non le ho mai dato indicazioni psicologiche [della transizione di genere] per la sua performance. Doveva semplicemente fingere di voler essere un ragazzo. Luana è stata fantastica sin dal primo giorno. È molto dura e molto esigente. Quello che ho visto succedere tra Luana e Penélope è Luana che afferma la sua forza nei confronti di Penélope. Voleva essere vista. Luana fondamentalmente vuole esistere. Vuole scoppiare. E aveva accanto a sé questa dea che riceveva tutta la luce. I due hanno subito instaurato un rapporto molto forte a livello fisico. Hanno deciso di condividere questa luce e di generarne ancora di più.”
Ne “L’immensità” la figura di Penelope Cruz nei panni di Clara rimanda alla figura femminile interpretata da Golino in “Respiro” e infatti proprio nell’intervista a Variety, Crialese spiega:
“Respiro” è stata la prima volta che ho esplorato un personaggio femminile in un film. Le donne sono un mistero per me, quindi è un argomento che mi piace esplorare perché non so esattamente cosa voglio. Lo scopro mentre vado avanti. In entrambi i film, c’è una donna che è incompresa e non sincronizzata con il tempo e il mondo in cui vive quando si tratta di maternità. Ma in “L’Immensità” questo è più esplicito, poiché si basa sul mio ricordo di aver visto una donna [mia madre] in quegli anni. Era piena di desideri di esprimersi, ma era sempre limitata al suo ruolo di madre e moglie.
Infine, a proposito dell’identità di genere di Andrea, Crialese spiega:
La percezione che ha di se stessa è di essere una ragazza che nasce biologicamente come una bambina che si sente un maschio. È come se ci fosse questa percezione errata intorno a lei [nel modo in cui viene percepita dagli altri] e il mistero è: qual è questa percezione errata che sente? È un problema mentale? È qualcosa che passerà? Una cosa fugace? Il fatto è che, più degli altri due bambini, incarna l’angoscia. Una forte angoscia.
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L’immensità
Regia: Emanuele Crialese
Cast: Penelope Cruz, Luana Giuliani, Vincenzo Amato, Patrizio Francioni, Maria Chiara Goretti, Penelope Nieto Conti, Carlo Gallo, Rita De Donato.
soggetto Emanuele Crialese, sceneggiatura Emanuele Crialese, Francesca Manieri, Vittorio Moroni, fotografia Gergely Pohárnok, montaggio Clelio Benevento, aiuto regia Ciro Scognamiglio, musiche Rauelsson, scenografia Dimitri Capuani, arredamento Alessia Anfuso, costumi Massimo Cantini Parrini, casting Chiara Polizzi, Davide Zurolo, fonico Pierre-Yves Lavoué, production supervisor Saverio Guarascio, Mandella Quilici, colorist Red.
Prodotto da Mario Gianani e Lorenzo Gangarossa, coprodotto da Dimitri Rassam, Ardavan Safaee, produttore esecutivo Olivia Sleiter, organizzatore generale Erik Paoletti.
Una produzione Wildside (una società del gruppo Fremantle), Warner Bros. Entertainment Italia, Chapter 2, Pathé, France 3 Cinema, con la partecipazione di Canal+, Ciné+, France Televisions. Distribuzione italiana Warner Bros. Pictures. Vendite internazionali Pathé
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