Giornata storica, quella vissuta ieri negli Stati Uniti d’America. Nel giorno in cui in tutto il mondo si celebrava la Giornata mondiale contro l’OmoBiTransfobia, i Democratici alla Camera dei rappresentanti hanno approvato l’ormai celebre Equality Act, atteso provvedimento contro ogni tipo di discriminazione che estenderebbe le protezioni dei diritti civili alle persone Lgbt. 236 i voti favorevoli, 173 quelli contrari.
Il disegno di legge, che andrebbe ad ampliare il Civil Rights Act del 1964, includendo l’identità di genere e l’orientamento sessuale tra le categorie protette dalla discriminazione a livello federale, coinvolgerà protezioni che riguardano il lavoro, richieste di prestiti, istruzione, alloggi pubblici. Nancy Pelosi, presidente democratica della Camera, ha festeggiato a fine giornata, sottolineando come questa legge porterà il Paese “più vicino alla parità di libertà e giustizia per tutti”. Oltre a tutti i democratici della Camera, anche 8 repubblicani hanno votato a favore.
Peccato che ora l’Equality Act debba superare le forche caudine del Senato, dove la maggioranza è repubblicana. Ed è qui che si addensano nubi, perché l’ala estrema del partito ha ampiamente criticato la legge, a loro dire ‘liberticida’, perché metterebbe in pericolo la libertà di religione, imponendo a ogni cittadino di accettare le mutevoli definizioni dell’identità sessuale nella società. Surreale.
Donald Trump, nel caso in cui l’Equality Act dovesse essere approvato anche al Senato, potrebbe comunque porre il proprio decisivo veto, come più volte fatto intuire.
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