“L’’eventuale approfondimento non si trasformi nell’occasione per far entrare nelle scuole temi discutibili (Sic.) e divisivi come: identità di genere, identità fluida, transizione, carriera alias, utero in affitto, cosiddette famiglie omogenitoriali, Ddl Zan, e ogni altro tema che lambisca sensibilità non unanimi”.
Così recita la comunicazione che la “associazione Family Day”, sede di Piacenza, ha inviato a tutte le scuole della provincia piacentina.
L’oggetto è la nota del MIUR (Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca) dove si invitano le scuole di ogni ordine e grado a trattare le tematiche connesse alle discriminazioni contro le persone LGBTQIA+ e basate sul genere (ne abbiano parlato qui).
Un testo, quello del Family Day, dai toni intimidatori: “Nel caso in cui la Sua scuola intenda dare seguito alla suddetta Nota [del MIUR ndr.], che sia fornita – con congruo anticipo ai genitori – opportuna e dettagliata informativa sugli argomenti che verranno affrontati durante i momenti organizzati, […] fatta salva la possibilità di esprimere formalmente il proprio consenso/dissenso, come da normativa citata”.
E proprio oggi il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha richiamato il paese ai temi dell’educazione proprio in relazione alla giornata internazionale della lotta ad omofobia, transfobia e bifobia. Mattarella ha ricordato che “occorre educare a una cultura della non discriminazione”.
Ma il Family Day tira dritto per la sua strada. La nota dell’associazione contraria al benessere delle persone LGBTQIA+ chiarisce, senza ombra di dubbio, che nel caso si dovessero trattare le tematiche antidiscriminatorie (come previsto dalla nota del ministero) l’associazione si rifarà alla legge nelle sedi opportune.
L’email recapitata a tutti gli istituti scolastici piacentini riporta la firma del sedicente “prof. Maurizio Dossena”, classe ’49, battezzato nella parrocchia di Santa Croce a Piacenza. E “sedicente” è il giusto termine, poiché il Dossena è stato fino al 2011 preside del Liceo Scientifico L. Respighi, ma a oggi risulta ritiratosi dall’insegnamento e dedito a coordinare l’area scuola del “Family Day” piacentino.
Il suo intervento a gamba tesa non è piaciuto a moltə insegnantə che hanno già vivacemente protestato all’interno dei propri istituti per aver diramato una nota così violenta e negazionista delle persone LGBTQIA+.
A condire l’episodio, l’oggetto della comunicazione è volutamente confusivo, poiché recita “Nota MIUR del 5 maggio “17 maggio, Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia”, lasciando intendere che si trattasse proprio del testo diramato dal MIUR e traendo in inganno alcune segreterie scolastiche.
Ancora una volta arriva un attacco deliberato alla scuola dal mondo fondamentalista cattolico, che, nonostante si sia chiamato “Family Day – difendiamo i nostri figli” ostacola in tutti i modi il benessere e l’autodeterminazione dellə ragazzə LGBTQIA+.
Tocca a noi ribadire il concetto: giù le mani dalle e dai nostri figli, dalle persone a noi care, vittime di quotidiana violenza e discriminazioni anche nelle scuola italiane. Basta giochetti di potere sulla pelle dellə giovani. Leave them kids alone!
© Riproduzione Riservata