Il 17 maggio si celebra la Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia, dal 2004 ricorrenza riconosciuta dall’Unione europea e dalle Nazioni Unite.
Per l’occasione il Ministero dell’Istruzione, tramite il Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione e la Direzione Generale per lo Studente, l’Inclusione e l’Orientamento scolastico, ha ricordato come la Costituzione italiana, all’art. 3, sancisca: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.
Premessa fondamentale per invitare i docenti e le scuole di ogni grado, nell’ambito della propria autonomia didattica ed organizzativa, a creare occasioni di approfondimento con i propri studenti sui temi legati alle discriminazioni, al rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, nell’ambito dei principi nazionali e internazionali sopra citati.
“Per l’alto valore dell’iniziativa, si prega di assicurare un’ampia e tempestiva diffusione della presente nota presso tutte le istituzioni scolastiche“, ha concluso la nota firmata Maria Assunta Palermo, alla Direzione generale per gli ordinamenti scolastici e la valutazione del sistema nazionale di istruzione del MIUR, da anni impegnato a favorire e costruire una scuola aperta e inclusiva, che valorizzi le singole individualità e educhi alla cultura del rispetto per prevenire e contrastare ogni forma di violenza e discriminazione in adesione ai principi e ai diritti fondamentali sanciti a livello internazionale dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, e in più articoli dal Trattato sull’Unione europea.
A 6 mesi dallo stop in Senato del DDL Zan, ora pronto a tornare in aula per un complicato tentativo bis, suonano così ancora più assurde certe aspre critiche rivolte all’articolo 7, che in occasione della Giornata nazionale contro l’omotransfobia, al fine di promuovere la cultura del rispetto e dell’inclusione, sottolineava come fosse possibile intraprendere nelle scuole “iniziative volte a contrastare le discriminazioni e le violenze motivate dal sesso, dal genere, dall’orientamento sessuale o dalla disabilità, compatibilmente con le risorse disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica”.
Nessuna ‘educazione al gender’, come venne scientemente urlato ai quattro venti dalle destre, bensì il voler rimarcare l’assoluta importanza di una Giornata contro l’Omotransfobia già oggi fortunatamente celebrata nel nostro Paese, e da oltre un decennio, con tanto di direttiva ad hoc del Ministero dell’Istruzione appena sfornata.
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