C’è Sebastian Vettel che si ricopre di stoffa arcobaleno per protestare in Ungheria contro le leggi discriminatorie di Orban, durante l’ultimo Gran Premio di Budapest, rischiando la squalifica (arrivata poi per un problema tecnico). Poi c’è Fabio Fognini, che sconfitto agli ottavi di finale di tennis alle Olimpiadi di Tokyo 2020, si dà del “froc*o” per flagellarsi in mondovisione, per poi tornare in campo dieci giorni dopo con polsini e fascia rainbow.
“Il caldo mi ha dato alla testa, non volevo offendere la sensibilità di nessuno, amo la comunità LGBT e mi scuso per la sciocchezza che mi è uscita“, ha dichiarato l’atleta azzurro al termine della partita con l’avversario Medvedev, resosi conto del fatto, nel frattempo diventato virale sui social. Così, onde evitare ulteriori colpi di calore o pericolose colate di sudore, Fabio Fognini ha scelto di esordire al Masters 1000 di Toronto con una divisa alternativa, a protezione della testa e delle mani. Spugna arcobaleno sulla fronte e sui polsi, della stessa fantasia dello sfondo su cui il tennista ha scritto il messaggio di scuse sul proprio profilo Instagram. Insomma, “ho tanti amici gay” sotto forma di cotone ed elastan, un tentativo maldestro di nascondere sotto la terra battuta le critiche ricevute negli scorsi giorni.
Una furbata che fa rumore, tant’è che siamo qui a parlarne, che non potrà di certo sopperire al danno fresco fresco, appena compiuto. Non bastano una Storia e degli accessori in campo, che arrivano a sostegno della propria incolumità mediatica e non della comunità offesa in diretta, per farla franca agli occhi di tutto il pubblico. Vogliamo concedere a Fabio Fognini il beneficio del dubbio, pensando che abbia davvero maturato in meno di due settimane una coscienza tale da eliminare quell’epiteto irripetibile dal proprio vocabolario degli insulti? Crediamoci pure, bene per lui e per lo sport che rappresenta, ma sbracciarsi fra dritti e rovesci con i rimasugli delle collezioni per il Pride Month di negozi di oggettistica a basso costo non aiuta nella trasmissione sincera del messaggio.
Può passare come gesto rivoluzionario sulla generalista, nei tweet di un commentatore occasionale, ma per chi è abituato a sorbirsi pratiche di rainbow-washing al supermercato, facendo shopping di abbigliamento, selezionando addirittura i servizi energetici per la casa, è un colpo nullo. Un let a bordo rete.
Taaanti anni fa , durante il mio soggiorno in USA , circolava una frase tra gli allora " Lambda boys : " Se non ci amano , che almeno ci temano ! ".