“Siate sciolti, siate assoluti”.
Con queste parole Francesca Michielin ci accoglie nel mondo di Cani Sciolti, quinto album in studio a tre anni dal precedente FEAT–STATO DI NATURA. Si presenta come un ritorno alle origini, “un 2640 più maturo” e al contempo un capitolo completamente nuovo: 12 brani, scritti per la prima volta completamente da sola, curando ogni dettaglio di un lavoro dove dichiara di aver messo tutta sé stessa.
Chi sono i cani sciolti per Michielin? “I cani sciolti sono coloro che non stanno dentro a uno schema predefinito, quelli che non stanno dentro a una corrente. Sono liberi di esprimersi” spiega a Vanity Fair, parlando di queste nuove canzoni come prive di riferimenti o regole prestabilite. Appunto, sciolte.
Visualizza questo post su Instagram
In questo album non si contiene – e come canta in Carmen (parlando proprio a quell’altra grande cantautrice, Carmen Consoli, qui in veste di spirito guida) – vive a nervi scoperti, canta le sue “canzoni tristi” e piange addosso ad un mondo che ci vuole forti, mentre siamo “fortemente fragili”. La fragilità in Cani Sciolti diventa un’arma imprevedibile, una fiamma sulla guancia come ritratta sulla copertina dell’album, in grado di rispondere a cuore aperto alla parte peggiore del mondo.
“Dove sono gli artisti, vedo solo i populisti” canta ancora in Carmen, reclamando il ruolo politico del cantautorato italiano, oggi più urgente che mai: “Non dovremmo mai dimenticare che facciamo pop per comunicare, non per parlare di noi stessi. Noi artisti siamo un mezzo” dice sempre a Vanity Fair “Le storie che raccontiamo diventano le storie di qualcun altro, che possono salvare qualcuno. Ogni tanto però ci si dimentica di questa capacità di comunicare e anteponiamo noi stessi al messaggio che vogliamo dare perché dobbiamo compiacere“.
Oscillando tra la quiete della provincia e il caos della metropoli, dai ricordi del 2012 alla vita adulta del 2023, Francesca Michielin non si limita all’effetto nostalgia, ma rivendica il diritto di essere ancora più incazzata, sottolineando l’importanza del pop come veicolo, denunciando quello che non funziona dentro e intorno a noi e dando voce a chi non ce l’ha.
Visualizza questo post su Instagram
In Cani Sciolti canta anche a Claudia, manifesto “per tutte quelle ragazze che non possono mai cantare al femminile e trovano un repertorio musicale solo maschile”:
“Spesso l’orientamento sessuale di una persona diventa oggetto di domande fastidiose e anche maleducate” spiega la cantautrice “È una canzone su questo, sulla voglia di dire a una persona del tuo sesso che la ami. Tanti miei colleghi prima di me non hanno potuto fare pezzi del genere o perché non se la sentivano o perché rischiava di partire un circo mediatico che non avevano voglia di sostenere. È pieno di persone che fanno commenti non richiesti. Chi vorrà usarlo per dedicarlo alla propria persona mi farà felice“.
Nel brano canta una dichiarazione d’amore dentro un mondo “che è una cattedrale di cui siamo infedeli”, non risparmiando il suo punto di vista anche sulla Chiesa, che spesso “predica bene e razzola male“: “Io sono credente, ma mi chiedo che senso abbia andare in chiesa e fare il presepe e non immaginarsi che Gesù poteva essere una delle persone respinte in mare“.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.