PARIGI – L’omosessualità? Beh, ovviamente è una deviazione. Capita proprio di tutto su Internet, perfino che una psicologa che lavora per un sito gay spieghi ad un utente che la contatta chiedendole se l’omosessualità sia una malattia che “L’omosessualità rimane una deviazione che sarebbe meglio canalizzare, se appena si può, in altro modo”. Eh sì, effettivamente. Succede proprio di tutto. Stavolta è capitato in Francia. Paese che tiene di solito non solo ad applicare ma addirittura ad anticipare le decisioni, le tendenze, le linee sociali mondiali. La psicologa che ignora che già nel ’73 l’Associazione degli psichiatri americani ha cancellato l’omosessualità dalla lista delle malattie della psiche e che l’Organizzazione Mondiale della Sanità nel ’90, meglio tardi che mai, l’ha tolta dalla lista delle patologie definendola come “preferenza sessuale”, lavorava per Yarps.fr, il fratellino gay del portale Spray.fr. Lavorava, sì, perché, siccome una giustizia esiste anche su questa terra in seguito alle polemiche che la sua bizzarra risposta ha scatenato è stata “silurata”.
A scoprire il fattaccio è stato il sito Media-G (
permette di commentarli senza peli sulla lingua: “E’ particolarmente inquietante che un sito indirizzato ai gay e che pretende lottare contro l’omofobia pubblichi concetti di questo tipo. Gli omosessuali non hanno nessuna voglia di canalizzare la loro sessualità in altro modo, ma potrebbero invece decidere ad esempio di canalizzare i loro acquisti in rete…
Rovinando così le speranze di società poco preoccupate della sorte degli omosessuali ma che si etichettano come ‘gay’ per conquistare parti di mercato ad alto potere d’acquisto”.
A dare “voce” sulla carta a Media-G ci ha pensato il mensile Tetu, che si fregia anche di un interfaccia internet (www.tetu.com). Scoppia la polemica. E yarps.fr è costretto a scusarsi. Diffonde un comunicato stampa intitolato “L’omofobia si infiltra dappertutto, anche da noi!”. Chiede ufficialmente “scusa a tutta la comunità gay e a tutti coloro che sono rimasti choccati da quell’intervento. Censura dalla lista (www.spray.fr/yarps) la risposta incriminata, la numero 38. Licenzia in tronco la psicologa e ne assume un’altra, stavolta “gay friendly” doc.
di Giacomo Leso – da Parigi
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